Kremuzio

Piccolo ciclone su Roma?


Ieri sera sono stato fortunato. Dopo alcuni giri in scooter, vedendo che il cielo si stava non troppo lentamente oscurando, trovandomi dalle parti dell’Appia antica, decisi che era tempo di non rischiare troppo, dato che non è una bella cosa trovarsi in mezzo a pericolose strade tra alberi e prati sotto la pioggia. Senza pensarci troppo, quindi, visto che il cielo sembrava tenere, una volta a casa non ci penso più. Finché alcuni tuoni in lontananza mi avvertono dell’imminente temporale. Da quel momento, la cosa si fa interessante. Arrivano le prime gocce, poi le seconde, più grandi. Alcuni bambini che stavano giocando a pallone in cortile, scappano via. Gli scrosci aumentano, ed arriva la grandine. Niente di strano, fa caldo ed un bell’acquazzone, se il vento viene da nord, quindi freddo in alta quota, non può fare a meno di formare la grandine. Questa cade con rumori secchi sulla tettoia di un terrazzino. Trac trac ciac tac. Non mi ero accorto che c’era una finestra aperta. Per chiuderla mi faccio la doccia: il vento aumenta moltissimo e la pioggia cade con un’inclinazione superiore ai 45 gradi. Le nuvole sono nerissime. Il vento piega le antenne. Non si vedono più uccelli volare anche se pochissimi minuti prima il cielo ne era pieno. I tuoni si avvicinano. Ora rimbombano in continuazione. Gli scrosci d’acqua ora sembrano composti non più da gocce, ma da un flusso continuo di liquido. Il cortile si sta allagando. Tuoni fulmini tuoni, grandine in chicchi belli grossi, che rimbalzano a volte, altre si spaccano, schiacciano, colpiscono le finestre, quelle rivolte a nord. Le antenne oscillano, le punte degli alberi si muovono come tergicristalli, scrollano rami, foglie, fiori, gemme. È un vorticare di acqua e ghiaccio. Ma accade altro. Il vento cala di molto, e con esso l’acqua, per pochi secondi, quindi cambia senso, ora proviene da sudest, per gli alberi e le antenne la cosa peggiora. Cambio finestra, tiro su l’avvolgibile per godermi lo spettacolo. Fisso in lontananza, altri alberi molto alti, le cui cime si intravedono tra i palazzi. Si vedono solo per pochi momenti, poi si piegano e scompaiono. Non passano auto, e la visibilità è bassissima. Vedo però un’antenna che si piega definitivamente. Non grandina più ma l’acqua che cade ora da un’altra direzione è sempre tantissima. Le raffiche di vento cercano di strappare la tettoia ondulata che ricopre l’altro terrazzo facendo eco con il suo rumore mentre sventola e sbatte sui supporti metallici. Tuona sempre più forte, se possibile, con una frequenza rara a mia memoria. Alcuni fulmini cadono sulla collina vicina, altri lontani chissà dove. Io sono in piedi attaccato al vetro a godermi lo spettacolo. Pian piano scema. Pioverà ancora per una decina di minuti, lentamente, e le saette si allontanano divenendo solo echi e rimbombi sempre più fiochi. Spettacolo fantastico.Esce il sole subito dopo. È finita.E penso… penso di non aver mai visto uno spettacolo simile da casa mia. Il vento che cambiava direzione dopo un breve periodo di calma, mi dava la sensazione che fosse passato un piccolo ciclone. L’energia accumulata dalla terra, dopo giorni di caldo, unita all’energia di segno contrario proveniente da nord, ha provocato questo scontro di masse d’aria umida trasformatosi in un evento grandioso. Cosa ci aspetteremo nei prossimi anni? L’energia aumenterà, alla faccia di chi dice che l’effetto serra non esiste. Ormai non potremo più far finta che certi accadimenti naturali no ci possano toccare. Le trombe d’aria aumentano nelle zone marine; i danni ogni anno si fanno più costosi. È veramente il momento di cambiare il nostro modo di vivere: il clima dipende da noi, anche se troppo spesso ce lo dimentichiamo.