Kremuzio

Caccia alla papaya ed all’elisir di lunga vita


Le teorie esplodono improvvisamente, a volte non si capisce l’origine, ma da qualche giorno è caccia alla papaya. Personalmente ho ascoltato la notizia nella trasmissione televisiva “elisir”, secondo la quale, questo frutto tropicale sarebbe alla base di un fantomatico elisir di lunga vita. L’argomento pare interessante in quanto, a parte i potenziali suicidi, si cerca di sfangarla il più a lungo possibile in questa valle di lacrime, preferibilmente in buona salute. Una rapida occhiata ai banchi dei fruttivendoli ci ha fatto capire che oltre alle banane di dimensione standard permessa dalle leggi europee, ci sono anche avocado manghi ananas frutti della passione arance dell’anno scorso e cocco. Niente papaya. Nei supermercati stessa solfa. Dagli importatori di cose strane, succhi alla papaya svettano a prezzi altissimi. Proprio come l’aloe qualche tempo fa.Finché non si tratta di ingoiare calici amari a base di olio di fegato di pesce di merluzzo, farebbe piacere nutrirsi di buona frutta, magari ad un prezzo sostenibile, se i risultati fossero veramente miracolosi.La notizia di base, ricercandola su internet pare abbia origine dal famoso ricercatore francese Luc Montagnier che avrebbe scoperto un componente, il cui nome commerciale è “immun’age” ricavato proprio dal frutto in questione, che è venduto in farmacia in scatole da 30 bustine e sarebbe un potentissimo antiossidante. Pare che Giovanni Paolo II lo avesse usato prima di morire, una decina di anni fa, per riprendere energia, abbinato al glutatione. Comunque si tratta di una notizia diffusa nel 2003, e da quell’anno pare sia in vendita la miracolosa polverina.Nel 2005 la rivista “le scienze” pubblicò un articolo nel quale diceva che «Il mercato delle terapie antietà ha assunto ultimamente dimensioni preoccupanti». Da quel momento la notizia sembrava essersi attenuata, per riuscire clamorosamente allo scoperto nei giorni scorsi.C’è chi la difende, e chi l’accusa spacciandola per bufala. Tra antiossidanti puri e semplici e dosi massicce di vitamine, ce n’è per tutti i gusti, ma non per tutte le tasche. Il mercato, per una popolazione sempre più anziana, si fa aggressivo e rumoroso. E la confusione aumenta. Ognuno ha la sua ricetta magica, pozioni a base di frutta e verdura, pesce azzurro e vino rosso. Da una parte si proteggono le arterie, da un’altra parte il cervello. Chi segue la pratica dell’aglio crudo viene additato come pazzo, chi mangia la pelle del pollo è un criminale. Aspetto con ansia la notizia che si dovrà ingoiare un chilo di cioccolata al giorno per vivere mille anni, ma ho paura non arriverà mai, neanche per la panna montata.Di papaya ce ne vorrebbe tanta ogni giorno, per cui sarebbe meglio utilizzare le cartine belle e pronte, super concentrate. Eppure mi sorge un dubbio, non dal punto di vista commerciale, che capisco bene gli interessi ci siano dietro, ma dal punto di vista tossicologico, rifacendomi alla favola dell’aloe. Nella mia casa al mare, tanti anni fa mio padre ebbe la malaugurata idea di piantarci una piccola agave che poi è cresciuta raggiungendo altezze enormi, fracassando pavimento ed allungando i suoi rami per un raggio di 4-5 metri. Ogni anno ero costretto a segare quei pericolosissimi spuntoni che avevano il vizio di infilarsi dappertutto. E mi sono accorto che ogni goccia di linfa che usciva dalle ferite inferte che mi cadeva sul piede mi provocava una ustione sulla pelle, che mi dovevo grattare a morte. Allergia o tossicità? La papaya mi fa invece reazione sul palato, mi allappa e lo irrita.Mi sa che sarò costretto a dipartirmene ancora giovane se questi elisir mi fanno questo effetto. Mi rimane solo da sperare che queste siano, come sembra, solo bufale commerciali, ed aspettare nuovi miracolosi composti rinvigorenti e ringiovanenti.