Kremuzio

Inizia la kermesse evocativa lunare


40 anni fa il 16 luglio 1969 veniva lanciato da cape Kennedy il razzo Saturno 5 con a bordo la missione Apollo 11. E proprio oggi inizia la grande kermesse evocativa in tutto il mondo. Ovunque manifestazioni a tema ricordano a chi non c’era, che quelli erano giorni magici. Ci si sentiva tutti facenti parte di un gioco, di un epopea eroica piena di speranze ed ottimismo. Oggi la Luna, domani Marte, poi Giove ed oltre l’infinito (come era scritto nel film 2001 odissea nello spazio). Era un paio di anni che le cronache del tempo ci avvertivano di tutto quel che stesse succedendo nella corsa alla Luna. C’era chi faceva il tifo per i russi, che si pensava potessero avere la forza per la zampata finale, di nascosto al mondo intero, ed arrivare lassù. E ci stavano quasi riuscendo se non avessero intrapreso la strada sbagliata, dopo la morte del grande “ingegnere capo” Korolev. Magari se ci fosse stato lui, le cose sarebbero andate meglio, ma usare il “razzo lunare N1” era un errore, con tutte quelle decine di motori che dovevano funzionare perfettamente. Non lo fecero, e tutti i lanci di prova esplosero. Ripiegarono poi col mandare in fretta e furia il robot su ruote “Lunakhod” che accompagnò gli americani sul suolo selenita.  Von Braun invece azzeccò il progetto giusto. Saturno 5 perché aveva 5 motori nel primo stadio e 5 nel secondo. Funzionò tutto a perfezione, e quel grattacielo alto 110 metri si alzò sempre rombando portando il suo carico di uomini e strumenti. Un successo nonostante l’Apollo 1 uccise per un difetto di progettazione della capsula i 3 astronauti Grissom, White e Chaffee. Un incendio nella capsula durante un test dovuto all’atmosfera satura di ossigeno ed una scintilla che fece prendere fuoco al troppo velcro impiegato per gli interni. Borman Lovell ed Anders furono i primi, 1 anno prima a raggiungere l’orbita lunare con l’Apollo 8, i primi a mordersi le mani per non essere i primi a scendere, poiché ancora il sistema di atterraggio del Lem non era pronto.Alla partenza di quel 16 luglio, Armstrong Aldrin ed il “nato a Roma” Collins salutarono tutti e salirono con l’ascensore fino alla sommità di quell’enorme costruzione che era il razzo. Partirono con tanto di quel rumore e fiamme e luce accecante che i fortunati spettatori non potranno dimenticare, ma che i documentari ci hanno ricordato secondo per secondo. L’accensione del primo stadio ed il lento decollo ripreso dalle vicine telecamere è quanto di più bello io abbia mai visto. Il rallentatore ti fa gustare ogni minima parte della lenta salita verso i cieli e la progressiva accelerazione vista dalla rampa di lancio, sia con il rumore originale che con un sottofondo musicale, è epica.Ma bando ai brividi… A quei tempi stavo in vacanza, ed il malandato televisore in bianco e nero dal quale starnazzavano sapientemente e professionalmente Tito Stagno, Ruggero Orlando e Piero Angela accompagnava le mie giornate, invece di starmene sulla spiaggia, ero al buio con il tv acceso. Neanche ci fossero state tutte dirette, ma non volevo perdermi nulla di quei momenti storici. Mettevo da parte i giornali e mi sforzavo affinché la memoria non mi abbandonasse per trascinarmi sempre nella mia testa quei momenti.E sono passati 40 anni. Ne avevo 12 allora. Ma oggi torno un po’ bambino. Oggi pomeriggio inizia il mio tour de force personale, dato che sono impegnato in ben 4 manifestazioni. Si inizia stasera al Pincio dove sarò in uno stand alla manifestazione “stelle e pianeti nel cielo di Roma”, poi domattina alla mostra “Luna di carta” al complesso monumentale S.Michele con un mio modello volante del Saturno 5, in scala 1:100. Sabato notte inizierò ad insegnare come si costruiscono modelli di razzi a ragazzi nella struttura del comune Technotown a villa Torlonia fino al 26. Nel frattempo la mostra “Luna 1969. Qui base tranquillità. Aquila è atterrata” che sta girando nelle puglie, ospita un mio modello di Saturno 5 ed un diorama del Lem sulla Luna. Una faticaccia, ma mi piace…