Kremuzio

Dopo Carosello tutti a nanna


Che tempi! Una volta si attendeva il momento della pubblicità come uno dei migliori che potessero aversi durante la giornata. Quando cominciava la sigletta, dopo il telegiornale, si faceva silenzio in casa. Se si era finito di mangiare in cucina (che ore erano le 8 o le 8:30? Non ricordo, ma mi sa che si mangiava un po’ prima, negli anni 60 alle mie latitudini) di corsa in salotto, e si mangiava velocemente anche la verdura cotta pur di non perdere la prima scenetta. Ieri ci ha lasciato Luciano Emmer, registe neorealista che ha inventato la sigla del mitico contenitore pubblicitario, e questo è il pretesto per lasciar galoppare un po’ i miei ricordi.C’era una logica nella presentazione degli sketch, mi sembra di ricordare che, in alcuni anni, la sequenza delle marche fosse regolare, ovvero ce ne erano di abbinate, forse anzi sicuramente per non farsi concorrenza. E noi bambini imparavamo a memoria i tormentoni dell’epoca, esilaranti e surreali. Ora mi spremo e ne ricordo qualcuno. “Dura minga, non dura, non può durare” di Calindri prima che si intossicasse di Cynar e mi pare iniziasse con il Chinamartini. La bocca di Virna Lisi che poteva dire ciò che voleva in quanto si lavava i denti con? Colgate o Durbans? No, chlorodont. Mentre c’era la Giorgia Moll con la pasta del capitano del dott. Ciccarelli che non doveva dire che era eccezionale ma solamente buono, anzi ottimo. Agostino, invece era col Durban’s. Calimero, pulcino nero che però era sporco. Metafora politica? Erano in molti a pensarlo. Ora ne tiro fuori un po’ alla rinfusa, poi magari un giorno ci ragioniamo sopra… “vitaccia cavallina me scappa sempre la parolina” del cavallo smemorato; Caio Gregorio il guardiano del pretorio che aveva “du’ metri de torace”. L’uomo in ammollo! Se ne stava tutto vestito in una vasca trasparente ed ogni tanto versava un po’ di misteriosa polvere bianca. Il ragazzino frustrato che veniva accettato dalla gang solo quando vedeva in lontananza un gelataio: tristissimo! I terribili quarantenni di una volta che dovevano bere l’acqua di Fiuggi altrimenti le mogli mettevano loro le corna mentre giocavano a tennis. “Di Gioele amici siam ed insieme a lui cantiam questo allegro ritornello che fa umpaumpaumpappà”. Il maestro Bombardone che ci presentava una bella canzone… La brillantina Linetti del pelato ispettore Rock che aveva commesso solo un errore. Venne preso in giro anche dal Papa, narrano le cronache. L’angioletto Angelino con sottofondo di bella musica classica. Il confetto Falqui per purgare quel simpaticissimo attore milanese di cui ora mi sfugge il nome, e la dolce Euchessina per i bambini buoni, ma solo una pillolina per loro, mentre per quelli cattivi si dava tutta la scatola. Forse c’erano di mezzo anche le Zigulì… che confusione! Ah, il robottino bravo che volava fare anche il bucato ma "il bucato in casa c'è chi lo fa meglio di te". Mi sembra fosse la copia di quello del film “il pianeta proibito”. Babbut Mammut e Figliut i trogloditi simili ad Unca Dunca, Continuo con “sembra facile fare il caffè” dell’omino coi baffi, geniale pupazzetto che mentre parlava muoveva i baffetti tramutandoli in lettere. Utile per imparare a leggere velocemente! Lo sceriffo della Valle d’Argento, che era anche a fumetti che ci ricordava astronomicamente che le stelle sono tante milioni di milioni, citato anche da Francesco de Gregori. Tutto per pubblicizzare un salamino. Carmencita, nella pampa sconfinata, ricercata dal caballero misterioso. L’aveva vista sul giornale! “ojejejejejeoje!” gridava quando la ritrovava. Erano coni semovibili, quasi come le pallette del pianeta Papalla. Gli stessi autori probabilmente che usavano la stop-motion per girare. Geniali! Susanna tutta panna che non so se è nato prima il film o lo sketch. La mucca Carolina! Ne avevo un pupazzo gonfiabile ed i miei ci mettevano sotto un bicchiere di latte per convincermi a berlo. Gonfiabile come Ercolino sempre in piedi. “Come mai non siamo in 8? Perché manca Lancillotto… Poffarre andatelo a cercare!”. I pirati tra cui quello pacioccone, Salomone, e Buc il bucaniere che ci faceva cantare “Mamma vogliamo anche noi il buco nella pancia pancia oh yeeeh”. Tacabanda con l’omino che in rima narrava storielle e mi ricordava Mary Poppins. Pippo l’ippopotamo che parlava come dovevano parlare i “negri” a quei tempi ed incitava le mamme ad usare i pannolini. La fantastica Solvi Stubing che voleva la si chiamasse Peroni… de gustibus! Vabbè che anche “Solvi” sembrava un nome da smacchiatore. La “Linea” disegno bellissimo ed unico delle pentole Lagostina; “Gigante pensaci tuuuuu” con i disegni ricalcati; per terminare col le attrattive sessuali a doppio senso della grappa di Mike Bongiorno, il “ti spunta un fiore in bocca” pretesto per battutacce da caserma, ed il cavallo bianco eccitato che correva sulla spiaggia.Porca miseria, sorpassati più di 30 anni, ed ora ci sono rimasti qualche sgallettata che ci mostra come ci si sdraia sul letto o qualche venditore di pentole. Quasi quasi è meglio Maurizia Paradiso che ti ritrovi la notte a cercar di sbolognare orridi gadgets vibranti, e me la immagino vestita come l’olandesina sulla mongolfiera o sulla bicicletta della Susanna che se ne va in campagna.  Ora vi saluto che vado anch’io a fare “bidibodibù bidibodije’ “sulla rete del letto…