Kremuzio

La perifrastica? So c…i


Per un attimo non pensate a Belen ed alla salace campagna pubblicitaria. Tra le cose che mi danno molto fastidio ci sono le scritte pubblicitarie o quelle sui muri con errori di ortografia e di ignoranza. Con l’aumento degli esercenti che vengono da paesi con altri linguaggi, questo fenomeno aumenta a vista d’occhio. Ma non sono i soli. Io mi domando se si tratta di semplice ignoranza o di qualcosa di voluto. La considerazione nasce da un semplice fatto. Dalle mie parti ci sono un sacco di internet point gestiti da persone con la pelle olivastra. Sinceramente non saprei dire che provenienza abbiano, e la cosa non mi incuriosisce né mi preoccupa. Così come per i banchi o negozietti di frutta. Sono sempre più rari negozianti italiani, forse perché preferiscono far lavorare altri che si accontentino di guadagnare meno, e facendo due conti, i gestori ci guadagnano riposando. Comunque, non è neanche questo il problema, o meglio, non il problema di cui voglio parlare adesso. Partendo da queste categorie, costoro hanno l’abitudine di ostentare grandi cartelli variopinti e fosforescenti, oltre che di una discreta grandezza, strapieni di strafalcioni bilingue. La lingua italiana viene martoriata alla stregua degli “spageti” o “macaronia” nei ristoranti esteri. Con la differenza che siamo a Roma. Alcuni cartelloni di frutta e verdura hanno una percentuale di parole scritte in modo sbagliato del 60-70%. Percentuale che cresce fino all’80% in alcuni internet point che offrono servizi aggiuntivi. Mi chiedo se si tratti di un linguaggio in codice. A volte mi viene la voglia di dar fuoco a quei cartelli urlando, altre volte di prendere un pennarellone e correggere gli orrori. E penso che dopotutto, questi abbiano scritto una bozza e mandata ad un professionista grafico, considerato che si tratta di stampe fatte discretamente bene, con scritte adesive di un certo livello. Non è che niente niente sono proprio i grafici ad essere ignoranti? E che oltre alla casta di fruttivendoli, internetpointiani e benzinai, anche gli uffici grafici sono in mano ad immigrati? Non ce la faccio a pensare che siano gli italiani a toppare sulle doppie, a scartavetrare i congiuntivi, a smerigliare le finali, a rattrappire i gerundi.Però se mi affaccio in questo momento  leggo sul muro “spero ke mi proteggierai 4ever” scritto con calligrafia non troppo infantile. E già il K al posto del CH mi pesa agli occhi, ed il forever scritto col 4 che lo fa sembrare americaneggiante e poco spiritoso sottintende una cultura da strada più che da scuola privata dell’altro lato del muro. Ma il “proteggierai” con quella I maledetta gettata in mezzo come uno sputo sulle mattonelle di marmo, mi fa male. Questa è un'ignoranza speciale, quella di cui non hai scuse se non per il fatto che non vuoi studiare! Secondo me la colpa è anche della scuola. Ricordo negli anni 70 i quaderni dei miei cuginetti alle elementari. Invece di insegnare loro il verbo avere con tutte le H al posto giusto (io ho, egli ha) facevano scrivere loro “io ò” “egli à” e ad una richiesta fatta ad una mia amica maestra, questa mi rispose dicendo che secondo i nuovi canoni di insegnamento era troppo difficile spiegare l’uso corretto delle H e si preferiva gettarsi sulla fonetica indirizzata alla lingua parlata. Che sembra sarebbe bastato parlar bene, e questo sarebbe stato un bel guadagno.Altro che la perifrastica… Basterebbe l’uso corretto del congiuntivo e del condizionale, che se sarei uno ke andasse a squola in questi giorni, partivo di testa adosso al prof ke mi volesse imparare la lezzione. Ke poi se faceva proteggie dalla polizzia!