Kremuzio

I sogni ed il buon diavolo


Non vado spesso al cinema, per un paio di motivi principalmente. Il primo è che da quando vengono proiettate copie digitali al posto della pellicola, la qualità dell’immagine è divenuta più scadente, ed alla fine, dato che di copie piratate ce ne sono di ottime, al limite me le vedo sul portatile a schermo largo, la notte a letto, poggiato sulla mia pancia, in bilico. Se poi volessi sobbalzare di tanto in tanto con gli addominali, allora collego il tutto al 32” attaccato al muro, e come qualità non è troppo inferiore al grande schermo. Per me che mi accontento, ovvio. E poi nella sala pubblica ci sono quegli effetti sonori esagerati che non mi piacciono per niente. Non è possibile che un semplice cazzotto sul viso faccia lo stesso rumore di due treni che si scontrano. Per non parlare dei commenti dei vicini che seguono le vicissitudini dei personaggi come se stessero dentro la televisione, con ooohhh ahhhh, poveretto, sniff, sigh eccetera. L’odore del pop corn non mi da’ fastidio, ne mangio anch’io a bizzeffe a casa. Comunque ieri, dopo la mezz’ora di pubblicità, ho assistito a “Parnassus”, fantastico film, o meglio film fantastico dagli eccezionali effetti speciali del mitico Terry Gilliam. Questo regista l’ho sempre adorato, dai Monty Phyton in poi, a partire dal capolavoro “Brasil”, ed addirittura nel “le avventure del Barone di Munchausen”. Beh, per me il cinema è evasione totale, e lo sfrenato onirismo del film di ieri mi rimette in pace col mondo. La storia non ve la racconto per non rovinarvi lo spettacolo, considerando anche il fatto che potrei non averlo compreso bene, e per non passar per fesso. L’andazzo proiettato è ricco di citazioni, a partire dal “Settimo sigillo” di Bergman, obbligatorio quando il diavolo o la morte giocano con un misero mortale. Poi c’è il patto col cornuto angelo caduto, alla Goethe, ed Alice che va oltre lo specchio, con tutti i suoi significati. La protagonista femminile addirittura somiglia un po’ all’antica iconografia del libro di Carroll. Ma oltre lo specchio c’è di più di un mondo rovesciato o di un regno popolato dalla lepre marzolina e dal cappellaio matto. C’è la mente ed i suoi meandri, il sogno, l’inferno, tutto quello che un cervello imbottito di droghe allucinatorie (grazie alle quali Ledger non c’è più) possa regalarti, o venderti, o al limite anche una cena a base di troppi grassi che influenzi sogni agitati di un uomo con rimorsi.  In una visione a metà strada tra il Flying Circus e Beetlejuice, ci sono sprazzi di Twin Peaks con la fantastica scenografia satura di nani ballerini, pareti storte a quadrati bianchi e neri, drappi rossi, i punti di fuga storti alla Dalì ed una mancanza totale di eleganza, che proprio per questo è elegantissima. Tutto molto simile agli incubi della notte fonda sono quelle atmosfere dai colori falsissimi, plastici, quegli equilibrismi sulle nuvolette, quelle cadute come foglie morte, quei voli oscillanti ed i grandi balzi, ed i tappeti volanti dei monaci al culmine delle ventate maligne all’interno del tempio. Mi sono visto, ricordato, nell’incubo di quando sono su rocce altissime, in bilico, mentre oscillano sotto il mio peso, ed osservo in basso uomini simili a formiche e so che un’oscillazione di troppo mi farà cadere per migliaia di anni luce, in basso. E mentre cado nel vuoto che si riempie a mano a mano, so che mi sveglierò, sudato, nel letto. Simile ai personaggi nei loro sogni colorati, dai rumori amplificati in sensurround, dagli echi avvolgenti dei passi nella sabbia, trafelati, alla rincorsa del male, rimbalzanti contro le meningi del deus ex machina, da cui fuoriuscire come se il male non fosse poi tanto male. Noi siamo più cattivi, più vendicativi del demonio con le sue mosche ronzanti, in perenne adorazione (belzebù, il signore delle mosche?). E se poi il diavolo aveva più peli nelle orecchie di Pippo Baudo, un po’ meno brutto di Larussa, non ci dava troppo fastidio: forse perché sappiamo che dal momento in cui ci destiamo dai sogni, il mondo in cui ci troviamo può essere a volte peggio del peggior inferno.