Kremuzio

Treni


Come sempre quando devo prendere un treno, mi accoglie  un parossistico senso del “troppo tardi”, come se dovessi comunque non fare in tempo, e rimanere alla stazione come se fossi un personaggio di un film. Praticamente, in tanti anni, non ho mai perso un treno, e per la legge dei grandi numeri so che prima o poi dovrà accadere. Ne ho sentite molte di persone che dicono di averlo perso per un soffio, e proprio quel soffio io temo. Fortunatamente abito vicino ad una fermata della metro, ed il tragitto su ferro occupa solo un quarto d'ora di tempo. Tempo da quando entro nella carrozza a quando mi fa scendere alla stazione Termini. camminare all'interno della struttura e salire sul treno sono altri 5 minuti, se me la prendo comoda, e quindi, se dovessi uscire da casa 25 minuti prima della partenza, se tutto andasse liscio, farei in tempo. Ma perché invece esco da casa 45 minuti prima? Perché sono previdente o perché sono ansioso? Arrivo trafelato al binario giusto con 20 minuti di anticipo e poi quindi dovrò attendere l'orario della partenza. Ora che sto tornando a casa, mi rivedo con il trolley a compiere tratti di cammino a passetti svelti, con un po' di fatica e quella fretta delle persone che non vedono l'ora di giungere a destinazione. Io che quando vado in auto, adoro il viaggio, e che se neanche avessi una meta mi godrei il tragitto come l'unica cosa importante e degna del movimento, molto più della destinazione.Una volta che sei nel tuo vagone, sul sedile prenotato, ti guardi intorno per capire i mondo intorno. La prima cosa strana è che la numerazione è fatta con un criterio assurdo. Non si riesce a capire la logica dell'assegnazione dei numeri di poltrona. Dal corridoio, ammettiamo che il numero 78 sia una delle poltrone sulla sinistra,  la prima. A fianco, in senso antiorario c'è la 72, di fronte ad essa la 73, poi la 71. Dalla parte opposta 77, 75, 76, 74. ho passato tutto il viaggio di andata a cercare di capire perché. Allora, invertiamo la provenienza per cui, in senso orario, quindi da sinistra, come se stessimo dando le carte ad un tavolo da 8, abbiamo: 77, 75, 76, 74, 78, 72, 73, 71. Uhm, si tratta di una sequenza di numeri interi da test di intelligenza. Perché? mi sono arreso dopo due ore del viaggio di andata, ed ora mentre sto scrivendo in quello di ritorno, ci rinuncio del tutto. Forse c'è un senso, o un codice nascosto basato su qualche leggenda cabalistica ferroviaria. Mi viene sonno a pensarci, anche se il piccolo bambino che piange vicino a me sta facendo di tutto per farmi rimanere con livelli di adrenalina importanti per il mio sistema nervoso. Ma meno male che squillano un paio di cellulari, così che il pupo si distragga con le suonerie. A malapena passo il tempo con il piccolissimo pc e riesco a scrivere questo post. Sono incastrato vicino al finestrino in mezzo a persone che sembrano normali, ma che forse in cuor loro mi odiano. Chissà se a vedermi scrivere sui tastini pensano che io stia facendo qualcosa di importante o squisitamente stupido? Beh, non ci sono più quelle prese sui poggiabraccia che ti consentano di ascoltare musica. Ci si portava una cuffietta discreta e si premevano pulsantini per il cambio del cd messi da qualche parte su di una carrozza. Poco male, quando c'erano, saltavano in continuazione o si bloccavano, e tu sentivi quel tatatatatatatatatatatatatata del loop digitale, per ore. Ogni tanto ritornavo a quel canale abbandonato sperando che qualcuno, magari il capotreno in persona, si accorgesse delle scintille nel lettore dei cd!Ma col pc mi metto alla ricerca di qualche rete. Non ce ne sono! ed io che mi credevo ci fossero connessioni ad internet! Ora spengo tutto, mi incastro nel poggiatesta e cercherò di appisolarmi mentre aspetto che si arrivi. Ma se comincio a russare? pensate che figuraccia. i vicini mi daranno un calcio o diventerò lo zimbello del vagone intero? Noia...