Kremuzio

Chi si beve l’orzata?


Gazzosa, spuma, chinotto, tamarindo, e per gli sfigati l’orzata, questo nella lista delle bibite che ho in mente può essere l’empireo del ricordo dissetante. A volte la domenica andavo al bar con mio padre. Venivo parcheggiato dinanzi al flipper mentre lui nella saletta dietro cominciava a giocare a carte con gli amici. Chi perdeva pagava l’aperitivo, un bitter per tutti, ma non riuscivo a capire come si arrivasse a capire chi perdeva o vinceva dopo ore e ore. Mi sa che tenevano un punteggio basato sullo sfinimento. Io non è che sappia giocare a carte, anzi non ho mai voluto imparare briscole ed altre variazioni tresettesche o scopettuole. Al massimo una scopetta o il mitico assopigliatuttorubamazzetto che non mi ricordo se erano due giochi differenti, visto che oggi non ci saprei più giocare. Ma mi bastava il flipper, quando aveva ancora 5 palle e costava 50 lire. Con 100 facevi  3 partite per un totale di quindici palle. A proposito di sfere, ogni tanto mi veniva concessa una partita a boccette, dove avevo cominciato a percepire la soave vellutezza del panno verde. Ad un certo punto era l’ora della bibita, se faceva caldo. E lì ci si gettava nella grande scelta dei prodotti. Dall’acqua brillante a salire, c’era la gazzosa, la limonata, l’aranciata, la spuma, il chinotto. Mai l’orzata per la quale nutrivo una sincera avversione per quella bevanda lattiginosa, biancastra, sbiadita, senza forza e che mi ricordava la coccoina. Forse era proprio coccoina diluita.Ma cos’era la spuma? Pare fosse una specie di gazzosa, ma non mi ricordo per niente il sapore o l’odore, anche perché se ci ripenso, mi sembra che venisse mischiata con un’altra bibita: Forse la limonata o il chinotto. Le marche erano particolari, ed anche i nomi dei prodotti dei quali non tutti sono arrivati a noi. C’era la Fanta, in bottiglie scure e sporche, che non mi lasciano un buon ricordo, in quanto le bevevo quando andavo a trovare mia madre in ospedale. Aveva un odore che come oggi mi ricorda la clinica. Più allegra era la lemonsoda che aveva dei pezzettini di chissà cosa, che in teoria dovevano essere pezzi di limone, così come l’oransoda. Il chinotto non era roba da bambini e non mi piaceva allora come ne vado pazzo oggi. La marca era “Neri” diffusissima a quei tempi anche sulle insegne esterne, con un grande tappo corona. La gazzosa la bevevo quando ero in villeggiatura in Abruzzo, c’era la Ciavalini e le bottiglie erano sempre appiccicose, chissà perché. Tantissimi anni fa invece del tappo come lo intendiamo oggi c’era una specie di valvola con un pallina all’interno che la pressione teneva ferma per impedire che il liquido uscisse. Per aprire quindi si prendeva una chiave o un chiodo o qualcosa di appuntito e si premeva verso il basso la pallina che faceva espellere il gas e si poteva versare nel bicchiere o attaccarsi alla bottiglia. Poi si staccava il tappo e si giocava con la pallina. Di solito la si miscelava al vino rosso durante il pranzo, cosa che, scusatemi ma ho dei momenti cafoni, faccio ancora ma non con il nero d’Avola o con vini più costosi di un euro e mezzo al litro!La cocacola la bevevo solo in pizzeria, ma a me e mia sorella faceva uno strano effetto. Iniziavamo a ridere come due scemi seminando lo scompiglio nelle sale impregnate dei fumi della fornace.Dai nonni invece si apriva la dispensa e c’erano le bottiglie di sciroppo. Erano 3. Amarena, tamarindo ed orzata. La sfortuna voleva che l’amarena fosse la più bevuta, per cui era praticamente sempre finita. Avanzava mezza bottiglia di tamarindo ed una intera di orzata. Mi sono sempre chiesto perché non comprassero 3 bottiglie di amarena, visto che tutti volevano quella. Forse non avrebbe reso l’aura di opulenza e scelta democratica oltre che consumistica degna di una borghesia medio-alta. Fatto sta che ero costretto a sorbirmi il tamarindo, allungato con acqua fresca tanto per non essere costretto a rimanere con le fauci asciutte. Che poi non è che fosse cattivo, anzi, quel gusto esotico quasi esce fuori e mi salta in mente quando ascolto quel ritornello che fa “mango banana tangerine" (underneath the mango tree). Ma la crudeltà dei nonni usciva fuori quando aprivi lo sportello del pensile in cucina e trovavi solo l’orzata. Che a me venivano in mente gli orzaioli, che ogni tanto mi spuntavano e dovevo combattere con noiosi impacchi di cotone idrofilo intriso di camomilla. Sono sicuro la colpa fosse dell’orzata. E non venitemi a dimostrare il contrario!Della menta invece non parlo proprio. Bleah!