Kremuzio

Rivoluzione analogica


Quale momento migliore di questo per contrastare questo squallido sovvertimento delle frequenze pubbliche. L’altro ieri è toccato alla Campania, e via tutti i televisori fuori in strada ad aumentare i rifiuti speciali. E poi mi immagino tutte le antenne da cambiare, e tutti i decoder da acquistare e le file ai negozi per non perdere una puntata della telenovela preferita. Che guadagno, ma non per gli spettatori: per i fabbricanti di decoder, per gli antennisti, per i negozianti di televisori. Ma forse le cose stanno prendendo una piega interessante, davvero. Basta ragionarci sopra. Ecco la mia esperienza in queste settimane senza analogico.Allora, ho due televisori in casa. L’anno scorso si era rotto quello stereo da 20 pollici che avevo da 22 anni, riparato una decina di volte (su questo me la cavavo) e ricostruito il telecomando almeno 3 volte, sostituito i pulsanti, ripuliti i contatti eccetera. Praticamente uno di famiglia. Allora quando l’anno scorso ha quasi preso fuoco, non ci ho provato neanche ad aprirlo. L’ho portato subito in strada dove è stato subito rotto da qualcuno per ricavare il rame. Portarlo all’oasi tecnologica? Non mi andava, visto anche quanti soldi do al servizio pubblico per smaltire quella poca immondizia generica, visto che separo plastica, metallo, carta e riciclo l’umido. Ma continuiamo dopo questa ammissione di inciviltà. Acquisto un 32 pollici in offerta e mi tolgo alla radice il problema del digitale terrestre. Lì per lì non vedo una mazza per problemi al cavo dell’antenna. Fortunatamente ci capisco e faccio quel che devo fare per mettere a posto. Poi c’è il delirio delle risintonizzazioni: oggi lo fai, domani lo rifai, poi tra una settimana non vedi più niente. Ho dei parenti che per sintonizzare correttamente i decoder devono collegarli di volta in volta alla stessa presa perché non a tutte il segnale arrivava pulito, e come primo canale visibile andavi a trovarti rete4 che non è proprio il massimo dei canali da osservare, anzi se non ci fosse sarebbe meglio.Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Non so se le persone anziane che non sono abituate a smanettare apparecchiature elettroniche ne siano uscite o ne usciranno facilmente. Mi piacerebbe ascoltare le vostre esperienze al proposito. Comunque, una volta a posto, ti accorgi che i canali non sono poi così visibili bene come con i vecchi televisori, senza contare che chi prima vedeva male, oggi non vede per niente. C’è sì qualche canale in più, ma si contano sulle dita di una mano, se non prendiamo in considerazione quelli a pagamento che necessitano di una scheda, o quelli regionali o nazionali che si vedevano comunque, e meglio, sull’analogico e che non offrono altro che televendite dalle padelle alle peripatetiche telefoniche. Ma c’è una cosa che mi fa pensare ad una possibile e fattibile rivoluzione. Il piccolo televisore che ho in cucina, con il quale ero abituato a mangiare assistendo a telegiornali, seppur pieni di inesattezze e notizie finte, rappresenta un sottofondo che faceva parte del modo di sfangare i pasti. Sì lo so, è sbagliato. E l’ho capito in seguito, ritornando ad ascoltare la radio, come facevo negli anni 60 o al campeggio, ma le abitudini sono dure da cambiare. Allora penso che se molti in Italia stanno facendo così, visto che ormai in analogico ci sono zero emittenti, quanti sono quelli che non guardano la tv o la guardano molto ma molto meno? Tantissimi. E l’auditel che dice? E le industrie che pagano per la pubblicità stanno chiedendo sconti alle emittenti o hanno la sensazione che gli spettatori siano sempre gli stessi? Li contassero prima di pagare le loro quote pubblicitarie. Ecco quello che forse non hanno pensato i cervelloni dello switch-off: ci sono probabilmente poco più della metà dei vecchi utenti a guardare e consumare.Ed ora ecco la rivoluzione a cui potremmo assistere, se le leggi lo consentissero. Vi rendete conto che se ci fosse una sola emittente che ricominci a trasmettere in analogico, a causa del grande numero di tv non gettate, potrebbe iniziare le trasmissioni quasi in regime di monopolio. Immaginatevi che share avrebbe e quali contratti pubblicitari potrebbe strappare. Cercherò di capire se la legge attuale può consentire emissioni almeno a carattere locale, ed in tal caso potremmo assistere ad un florilegio di piccole stazioni che almeno durante i pasti avrebbero il loro grande audience se trasmettessero informazione locale. Quasi quasi mi verrebbe la voglia, come negli anni 70 con la piccola radio privata che avevo in camera, di fare una piccola emittente tv casalinga. Dovrò ben ragionare sul palinsesto, ma penso che qualunque bestialità dovessi trasmettere, verrebbe vista, almeno nel mio quartiere, da decine di migliaia di persone. Un blog televisivo? Uhm… che rivoluzioncina…