Kremuzio

Il grande pianto


Ogni tanto, per errore, capito a zappare sui canali che di solito non vedo. Accadeva più spesso gli anni scorsi, sul satellite, dove per caso mi trovavo faccia a faccia, come tutti i guardoni, ad intrufolare il naso nella casa del grande fratello, e poi scappare via non appena ti accorgi della nefandezza a cui stai assistendo. E fin qui si tratta di spettacolo che non paghi per quello che è, ma perché fa parte del mucchio dei canali disponibili, per cui poco pagare poco esigere. Che se uno ci ragiona sopra, potreste pagare per vedere individui che se li incontri per strada li eviti come le deiezioni canine sui marciapiedi? Basta ascoltarli due minuti per comprendere la vacuità, l’ignoranza, la pochezza, se non delle persone, di quello che dicono e vivono. E non mi dicano che sono gli autori a dir loro di essere così. Credo siano proprio così. Emblema dello spazio cosmico, del vuoto spinto. Ho voluto vedere a quell’ora tardissima in cui ci sono i gialappi con il loro “mai dire GF” per farmi due risate e capire quali esemplari del vario genere disumano si aveva a che fare quest’anno, ma cosa mai successa, mi sono addormentato tra i pianti e le litigate di quelli. Ma se costoro sono esempi dei ragazzi d’oggi, ma questi quando ridono? La massima vetta della loro gioia di vivere è fare degli stupidi gavettoni da decerebrati. E litigano, piangono, litigano, urlano, piangono. Si contendono una con una bocca che non riesce neanche a chiudere per il peso del silicone, poi piangono, e parlano con i genitori e piangono. Ma che tristezza. Mi ricordano quel film con Toto’ che capita in un locale notturno per fare una botta di vita ed andare con una bella di notte. Questa però si sfoga raccontando i proprio guai e finiscono tutti a piangere. Ed il mitico che se ne esce con la frase “… e le chiamano donnine allegre…”. Uguale! Ma che idea danno di loro? Di essere dei piagnoni attaccati alle gonnelle della madre, che urlano il loro amore verso i genitori, piangendo ovviamente. Allora esistono i bamboccioni! Ed io che non ci volevo credere. Non si può vedere neanche la satira su di loro. Meglio così. Per un paio di edizioni non vedevo l’ora di vedere le prese in giro di alcuni di loro. La prima volta quando c’era quello che faceva il principe nipote di Pio XII, con quello strano che mi sembra di ricordare si chiamasse Patrick. Beh, mi divertivano quando facevano scherzi e si ubriacavano e vomitavano Champagne ed altre disgustose trovate bassofecali. Poi faticavo ad addormentarmi ripensando a certe stupidaggini tipiche da gente che vuole divertirsi alla faccia di quelli che li stanno a spiare. Anche qualche tempo dopo quando c’era Massimo detto “orsacchio” in quanto mio ex-collega, per cui sapevo come era veramente e non mi aspettavo niente di più dalla sua messa alla gogna televisiva. Ma vederlo in quell’acquario mi divertiva, come mi dispiaceva quando veniva messo in mezzo, a volte con crudeltà, da gente oscena. Si mi dispiaceva per lui, ma se l’era cercata per il suo periodo di celebrità. Ed oggi piangono piangono, che tristezza… E fateci caso, i maschi piangono come le femmine, portandosi le dita alle ciglia come se dovessero aver paura di rovinarsi il rimmel. Un riflesso o si truccano davvero? Eppure nel mio sommo positivo ottimismo non riesco a pensare che quelli siano campioni di una varia fauna umana che vedo ogni giorno intorno a me. Mi è difficile immaginare che ci siano persone davvero così vuota e piagnona, che non è capace di mettere due parole italiane in fila e di dimostrare la loro appartenenza al genere umano normale. Sì, posso capire cosa si provi ad essere sotto mira persino sopra la tazza del cesso, ma nessuno vi ha obbligato a rinchiudervi insieme ai pochi neuroni alla mercé di un pubblico pagante. Lo fate per i soldi, lo so, e questa fino a prova contraria è prostituzione di menti più che di corpi. Ma pensate a quello che non potete fare rinchiusi. La libertà è bella. Ve lo dicono anche tutte quelle persone che pagano la scheda per spiarvi, e che magari godono nel vedervi in difficoltà, o a spiare se nei baci che tentate ci mettete la lingua o meno. Che tristezza…