Kremuzio

Canto stonato di Natale


Ecco un raccontino natalizio... Un po' sciocchino ma pienamente nello spirito natalizio che mi sento dentro, così per fare gli auguri a tutti! L'ho scritto ieri in un'oretta, per cui neanche l'ho riletto e sarà pieno di imprecisioni tecnico-scientifiche-natalizie. E poi ci si risente dopo il meritato riposo del weekend ;)---oooOOOooo---Sembrava essere una serata tranquilla, quella che si accingevano a passare nella stanza principale di controllo del Norad. La guerra fredda era finita da tempo, e non c’erano certo pericoli dagli stati canaglia che non avevano ancora la forza di scagliare attacchi missilistici verso il mondo libero. Né mai l’avrebbero avuta. I radar a lunga scansione, operosi, scrutavano ogni attività nel raggio di migliaia di chilometri, aiutati dai satelliti spia, i quali anche per un piccolo aumento di calore, si sarebbero messi subito in allarme, nel malaugurato caso si fosse trattato di un missile balistico intercontinentale. Il ronzio dei neon sembrava turbato solo da alcuni clic dei relais delle comunicazioni, mentre dalle bocche dell’aria condizionata non giungeva alcun suono, solo una corrente a temperatura giusta. Gli ufficiali di turno dei quali non importa ora sapere i nomi, avevano lo sguardo fisso verso i monitor antiriflesso, che rispedivano l’immagine grafica di tutta la geografia mondiale. Si era ancora una volta inutilmente all’erta. Avrebbero mille volte preferito restare con i loro famigliari in quella notte della vigilia del Natale, anche se non tutti avevano situazioni tranquille con mogli e genitori.Dopo gli ultimi attacchi nel medio oriente, si era in una condizione di difesa DEFCON 5, stabile, pace guerreggiata senza pericoli per attacchi sul suolo americano. Anche se pian piano le vecchie nazioni nemiche si stavano riarmando, si era comunque tutti d’accordo per combattere il terrorismo islamico, e non intraprendere nuovi tempi di guerre fredde. Il mondo aveva bisogno di stabilità, di uscire dalla crisi economica.Fu quindi una sorpresa, bruttissima, quando improvvisamente l’allarme cominciò a suonare, come tante volte era già successo in passato, per errori, per sperimentazioni missilistiche di nuove armi. Gli ufficiali si sistemarono nelle loro poltrone anatomiche, per capire di cosa si trattasse, prima di chiedere al generale di turno come proseguire nelle procedure.Il cartellone luminoso passa a DEFCON 4.L’origine del segnale termografico era centrata sul polo nord. Probabilmente un sommergibile atomico russo era uscito dal pack ed aveva lasciato aperto qualche presa d’aria del locale delle turbine. Solo così si poteva spiegare la grande differenza di calore. Gli occhi erano vivacemente fissati sulla grafica dello schermo che raffigurava i contorni del continente ghiacciato. Il cicalino non suonava più, dopo quei pochi secondi di avvertimento. Ma riprese subito dopo, quando la traccia luminosa aumentò di diametro ed intensità in quel lontano quadrante artico. Il satellite geostazionario più vicino venne rigirato verso quella zona, e puntato sulle coordinate precise, all’infrarosso però. Era in atto una bufera di neve che impediva di visualizzare otticamente particolari. Il calore sembrava disegnare una specie di massa oblunga orizzontale, come se un missile fosse posizionato su di una rampa di lancio. Impossibile. I missili russi partivano in verticale spuntando da un cilindro all’interno del sommergibile. C’era qualcosa di strano.Il cartellone luminoso passa a DEFCON 3.Telefonare subito al generale e chiedere come proseguire, è stato un tutt’uno. Telefonare al reparto missili di difesa antimissile di stanza in Groenlandia fu la seconda cosa fatta. Le coordinate di lancio e di tracking per il calcolo della balistica vennero trasmesse in download dai quattro principali satelliti gps della difesa continentale. La parabola grafica si stava disegnando con certezza sugli schermi. Ed il software euristico prevedeva che la curva si sarebbe interrotta su un area intorno alla capitale. Era un attacco in tutti i sensi. O forse una esercitazione? Ma nessuno dell’ufficio in contatto con il blocco antagonista aveva annunciato tali esperimenti. Si doveva attendere che la parabola venisse interrotta con l’esplosione in volo, come al solito. Aspettare, solo aspettare per non scatenare l’olocausto. Arrivò dopo pochi secondi la comunicazione dall’ufficio russo equivalente: non era un’esercitazione. Anche loro non ne sapevano niente e seguivano con trepidazione l’esito del lancio. Chi potrebbe essere stato? Il generale sulla sua sedia si mosse facendo scricchiolare le giunture. Il Norad si stava chiudendo gli enormi portoni blindati per evitare infiltrazioni di eventuale fallout radioattivo o batteriologico.Il cartellone luminoso passa a DEFCON 2.Il generale dà l’ordine di abbattimento. Il sistema di ombrello difensivo si mette all’opera e le batterie di patriots vengono messe in preallarme in caso né i satelliti killer, né gli sprint o gli spartan avessero colpito il target. Un ufficiale dai capelli rossi pensò ai bambini che vivevano nelle aree che potevano essere il bersaglio, e con questo pensiero premette un bottone vermiglio. Immediatamente una batteria difensiva di cui non trapelò il nome, per motivi di segretezza, lasciò partire con un boato i suo missili.   Babbo Natale venne colpito mentre si trovava sopra la Groenlandia. Il primo missile colpì la slitta surriscaldata dal rientro in atmosfera, disintegrandola con il suo carico. Il secondo ricadde in mare. Le renne riuscirono a volare via, non senza paura, e si salvarono, mentre il vecchio e grasso omone barbuto vestito stranamente, precipitò lasciando una scia luminosa rossa. Nessuno la vide né poté esprimere un desiderio.Quell’anno i bambini non  ricevettero regali, per Natale.