Kremuzio

Nuove mode per nuove psicosi


Il pasticciaccio brutto della truffa pandemica, oltre a farci sentire sensibilmente nudi verso le crisi apocalittiche inventate di sana pianta per ravvivare il PIL e svuotarci i portafogli (mica abbiamo la fortuna di avere il ministro della sanità polacco), ha mostrato un riscontro sociale che riguarda una piccola moda. Io che mi vanto di essere un discreto osservatore, ho notato già da un mesetto, nel mio ufficio, un nuovo ammennicolo.Apro una parentesi. Dato che la maggior parte della giornata la passo proprio al lavoro, insieme a più di cento persone, mi diletto di studiare gli usi e consumi della fauna in cui mi immergo. Sono gente giovane, brava ed intelligente, con le ovvie eccezioni statistiche, che prendo come campione del mondo esterno. Questi vengono un po’ da tutta Italia, con una maggioranza di meridionali, ma sono un discreto campione, credo, degli equivalenti lavoratori nel mondo degli impiegati.Le mie mansioni tecniche mi portano a cercare di risolvere problemi. Una specie di mr. Wolf informatico, per chi ha in mente Pulp Fiction. E chiudo la parentesi.Dicevo, da un po’ di tempo, quando mi reco presso le scrivanie delle colleghe di genere femminile (ma anche presso i maschi visibilmente non etero), sul piano, vicino ai due-tre cellulari di prammatica, la scatoletta delle sigarette, accendino (ma i cerini non si usano più?), fazzolettini, a volte crema per le mani, trovo che quest’ultima, in moltissimi casi, è stata soppiantata dal flaconcino di liquido disinfettante. La dimensione di questo è furbescamente molto simile a quella del pacchetto di sigarette. Ora, più che una necessità, mi sembra stia diventando un vizio, aiutato dal terrorismo psicologico tanto in voga in questi giorni di paura. Anche, e questo è strano, dopo che gli allarmi siano stati soppiantati da altri avvertimenti più cauti. Si tratta senza dubbio di una presenza rassicurante, così colorata, seppur castamente trasparente come se fosse acqua. Ma acqua non è, ed a lungo andare vorrei proprio sapere se le mani si screpoleranno, oltre a spazzare via tutti i germi. Dopotutto il grande Topo Gigio ci dice solo di lavarci le mani col sapone. Non mi va di parlare della bontà dei batteri utili che vivono sulla nostra pelle. Fatto sta che avrò anche qualche problema, ma non quello di prendermi influenze. Sarà merito dei miei batteri simbionti molto aggressivi, o degli anticorpi ultracorpi che noialtri di una certa età possediamo da tempo, ma a me sembra molto dubbiosa questa nuova moda. I mie colleghi maschi, a parte le solite eccezioni statistiche, che sono ultrapuliti e schizzinosi, e la parte opposta che neanche si lava le mani dopo essere andato al bagno (e neanche tira lo sciacquone, ma questa è un’altra storia) praticamente non ci pensano. Comunque a me piace sporcarmi le mani, a partire da quanto le immergo nella terra per travasare o rimpolpare i vasetti, quando con le dita scavo buchette per metterci semi e rametti, o quando mischio il concime, o quando cambio l’olio al motore della moto, o quando infilo la mano nei computer pieno di quella laniccia che neanche sotto al letto dopo un anno che non si spazza. E che dire quando pulisco le stampanti laser, con tutto il loro carico di toner schifosissimo e cancerogeno? Certo che non lo respiro, ma le mani sono nerissime. Vado al lavandino e con un accenno di sapone liquido mi ridiventano pulite. Se poi rimangono ingrassate come quando vado a cambiare una gomma, allora ci sono quelle belle paste gommose e piene di granellini scarcagnificanti dal profumo ambiguo che oltre al grasso ti tolgono anche almeno un paio di strati di pelle. Ma chissene ce ne abbiamo altri cinque (o erano le vite dei gatti?). Giusto quando finisce una seduta dal dentista, questo usa cospargermi i palmi con uno schizzo verdastro alcoolico all’odore che dovrebbe essere di menta. Lì per lì mi fa un po’ schifo, visto anche che era lui a mettermi le mani in bocca, mentre io me ne stavo buono buono. Ma poi lo strano gel evapora ed il tatto ritorna normale, ma se cerchi di accarezzare un cane, questo ti ringhia contro. E questo mi fa pensare che non è una cosa bella. E neanche rassicurante, ma forse è perché non sono una donna.