Kremuzio

Non fatela dal ponte


La prima volta che ho preso una scossa, se ben mi ricordo, era alla fine degli anni 60. Ma qualche anno prima provocai un corto circuito che cambiò la mia storia. Quanti ne ho fatti da quel giorno! Il mio rapporto con la corrente elettrica è sempre stato viscerale, fin da quando, piccolissimo, mio padre mi insegnò che mettendo la lingua tra le lamelle di una batteria da 4,5 volt, quelle grande piatta, si sentiva qualcosa di strano che ti dava un sapore acidulo e magari ti disinfettava il palato. Non avevo le idee chiare riguardo la differenza tra la corrente continua e quella alternata, e fortunatamente non mettevo la lingua nelle prese al muro. Facevo la terza elementare quando con un mio compagno un bel pomeriggio decidemmo di fare un esperimento con le elettrocalamite, di cui leggemmo su un libro, senza capirci poi troppo. Prendemmo un rocchetto di filo da imbastire rubato a mia zia sarta e ci avvolgemmo un po’ di filo elettrico trovato in un cassetto. Ci infilammo al centro un bel chiodo da carpentiere, e con i due pezzi di filo che spuntavano dalla bobina, ci avvicinammo alla presa della corrente. Io che ero il più matto mi presi l’incarico di infilarli. Naturalmente, come seppi in seguito, provocai un terribile cortocircuito con una vampata rumorosa e puzzolente. Non c’era a quel tempo l’interruttore magnetotermico o salvavita, ma un cilindretto fusibile che non è ce ne fossero nel cassetto del comò. La casa del mio amico rimase al buio per molte ore, visto che eravamo soli…Fortunatamente i nostri genitori invece di prenderci a cinghiate capirono il nostro spirito di sperimentatori e andarono a parlare con il nostro professore di applicazioni tecniche, che ci spiegò che invece di collegare tutto alla presa di corrente, bisognava collegare una semplice batteria. Il primo passo verso la conoscenza dell’elettricità era compiuto… Ma il rischio folgorazione continuò ad essere una delle mie principali attività. Stavo in vacanza e chissà perché, dopo essere uscito dal mare, entrai a piedi scalzi in casa, ancora grondante acqua salata. Non ricordo perché lo feci, ma andai a infilare la spina della corrente del televisore in una tripla difettosa, con una prolunga dalla quale spuntava un ciuffetto di fili di rame scoperti. Ricordo ancora il dolore al braccio destro con la botta che prese. Percepii gli effetti della corrente alternata con una fortissima vibrazione dei muscoli. E menomale che non sono mancino. Ci sarei rimasto secco, in quanto se uno prende la scossa con la sinistra, la corrente passa attraverso il cuore e lo ferma. Per questo vige la regola della mano sinistra in tasca. Gli elettricisti cercano di non usare la sinistra. Se potessero se la taglierebbero per non rischiare.Penso che me ne son prese così tante di scosse che se valesse la regola di Mitridate, anche un fulmine mi scivolerebbe addosso. Quando costruivo trasmettitori a valvole, avevo dei bei trasformatori che erogavano una tensione intorno ai 700-1000 volt. Una volta me la beccai tutta, e mi fece male. Feci un salto e rimbalzai per la stanza, ma a parte il dolore sul solito martoriato braccio mi trovo qua a raccontarlo.Ma c’è una paura sottile che ogni tanto mi prende, ed è particolarmente subdola. Una volta lessi su di una raccolta di notizie strane, di un ragazzo che si mise a fare pipì dal un ponte, chissà perché, forse era un esibizionista, ed il getto andò a colpire una parte metallica in cui c’era una dispersione di corrente. Il getto continuo di urina, altamente conduttivo fece risalire la corrente, uccidendo il malcapitato pisciatore. Forse si trattava di una bufala, forse no, in quanto è possibile. Ora io non mi metterò mai a fare pipì da un ponte, e tantomeno nelle vicinanze di un lampione, che come pare sia successo ultimamente, ha ucciso un paio di cagnolini attenti all’attività fisiologica a loro tanto cara. E pure il loro accompagnatore, che li portava a spasso con una catena metallica, pare sia rimasto ferito. Attenti quindi a dove la fate, oppure fate come me. Interrompete il getto continuamente come se fosse una mitragliatrice, quando vi trovate a farla in posti potenzialmente pericolosi, così che non si chiuda mai continuamente il contatto tra la dispersione di corrente ed i vostri piedi collegati a terra, tramite quell’appendice tanto cara a noi maschietti, che non fa propriamente la funzione di fusibile.