Kremuzio

L'intelligenza, la felicità e dr.House


Assistere ad una puntata del dr.House da una parte mi tira su il morale, dall’altra me lo abbatte. Praticamente sono diventato un diagnosta anch’io. Che ci vuole? Per ogni malattia strana che arriva in quelle corsie patinate (saranno ancora così se Obama vincerà con la sua legge sull’assistenza pubblica?) si inizia con una diagnosi che prevede immancabilmente un’infezione causata da cacche di topi e muffe, il lupus ed un cancro al cervello, in sequenza. Poi dopo un’intuizione dell’antipatico luminare l’ammalato guarisce. Ma a parte il tormentone delle analisi fatte a tutto spiano, che se accadesse in Italia licenzierebbero in tronco tutti i medici per le troppe ricerche strumentali, ogni tanto ci sono ottimi dialoghi ed interrogativi su questioni fulminanti, ideologiche ed esistenziali. Ieri ad esempio, il soggetto era un genio dall’altissimo quoziente intellettivo che, a farla breve, cercava di abbassare la sua intelligenza, chimicamente, per vivere una vita felice insieme alla moglie che aveva 91 punti di QI in meno del suo. Della serie: meglio essere stupidi e felici.Mi ricordano alcune discussioni durante l’ora di filosofia al liceo, in cui, tra l’ontologia, Kierkegaard e Schopenhauer, si litigava sul fatto che potrebbe essere meglio vivere da pecora, ignara del proprio destino, assorta nel vuoto mentale, con l’istinto che ti porta a mangiare bere ed accoppiarti, utile fino in fondo per concimare i campi, fornire calda lana ed un lauto pranzo a base di cosciotto e cotolette. Frutto sicuramente dei primi turbamenti amorosi e di quella che non ci sta, ed anche se le scrivi poesie, preferisce quell’altro più spigliato, allegro e, ahimé, meno “intelligente” (almeno questo era quello che pensavi). Come se l’intelligenza fosse un merito per l'accoppiamento…Pensavamo che più cose conoscessi, più cose ti avrebbero preoccupato. Quando uno non riesce a dormire, non si dice che “ha i pensieri”? Ma dovremmo anche scindere tra pensare ed essere intelligenti. Dipende forse da quello che si pensa? Non dormire preoccupati da pensieri stupidi è uno spreco di impiego di sinapsi. Però nella puntata di ieri, c’era una punta di verità. Se hai la mente occupata in cose che ritieni serissime, come disegnare una pompa toroidale per purificare gli efflussi di particelle subquantiche in una centrale psicotermica, allora non puoi pensare di portare un mazzo di fiori a tua moglie. Non è cattiveria, proprio non ci pensi. Ma se ci pensassi, allora sarebbe meglio un bel vasetto di fiori vivi invece di un mazzetto di fiori morti. E’ però bello immergersi in pensieri “importanti”, o assumere nozioni, non solo per imparare qualcosa, ma per il gusto di saperle. Come quando mi metto a sfogliare avidamente vecchi libri scientifici, perché mi piace, o come quando mi metto a disegnare o a pensare a come fare qualcosa che mi faccia guadagnare senza fatica. Mi piacerebbe passare ore seduto in un laboratorio a fare esperimenti di chimica o meccanica, senza pensare ad altro che ad inventare qualcosa che con tutta probabilità è già stato inventato da altri. Allora vado all’ufficio brevetti e mi leggo tutti i cataloghi per vedere quello che è stato inventato in passato e risparmiare tempo…Ma che razza di animale sociale sarei? A volte mi metto seduto comodo, nella penombra, a ragionare sopra al fatto che è tanto bello perdere tempo senza far niente di utile o intelligente. E’ bellissimo fare qualcosa di estremamente stupido, come canticchiare un ritornello osceno o fare i baffi alle foto sui cartelloni pubblicitari. Che ne dite di qualche scherzetto innocente? O solo passeggiare mano nella mano in un prato senza pensare a come piantare quei semi caduti sull’acciottolato? O guardare il tramonto senza calcolare quanti minuti fa è successo dato che la velocità della luce non è immediata? E ci sono più granelli di sabbia in un montarozzo o in una buca sulla spiaggia? E la battigia risponde alle leggi della geometria frattale?Quanti momenti della mia vita ho sprecato pensando?