Kremuzio

L’arroganza non è un profumo


Stupidità o arroganza, questo è il problema, direbbe Amleto di fronte a questo dubbio che di marcio ha abbastanza. Non capisco come si faccia a parlare al telefono di queste cose. Gli scenari che si presentano sono parecchi, e nessuno che dimostri una benché minima intelligenza. Anche i mafiosi sanno che non si deve mai parlare al telefono e raccontare i fatti propri. I pizzini li hanno inventati apposta, e quelli più scafati usano skype, e ritengono che così facendo nessuno li possa ascoltare. Un’altra categoria sono quelli che si fanno intercettare e parlano in codice, così che si capisca fino ad un certo punto quello che dicono. E poi ci sono quelli stupidi che non conoscendo la tecnologia non capiscono come possano registrare delle conversazioni quando non vedono nelle vicinanze grossi registratori a bobina e microfoni simili a quelli dell’Eiar. Ma poi, e sono lòa maggioranza, ci sono coloro che se ne fregano, tanto non faranno mai niente contro di loro se non sputare in terra e pulirsi i piedi dalla polvere quando si sentono i loro nomi. Questa è la vera arroganza, quella di fregarsene del mondo e tirare dritti per la loro strada di tangenti, ordini, battutine e depravazioni.Anche a me, è toccata la sorte di essere intercettato, tanti anni fa. Era il 1980, e con i miei colleghi ufologi stavamo indagando su una serie di avvistamenti avvenuti lungo il litorale tirrenico. Alcuni avvistatori dichiaravano di aver visto una specie di sigaro volante che con un po’ di fumo passava ad alta velocità basso sul mare, verso sud. A prima vista non sembrava un caso così particolare. Di solito si confondevano sigari per aerei, i quali visti di profilo non mostravano le ali, per cui era facile scambiarli per quel che non erano. In più, un nostro collega, esperto di aerei, confrontò le descrizioni con quelli che erano gli aerei militari dell’epoca. Secondo lui la descrizione sembrava quella di un mig 23, e ci scattarono dei campanellini in testa. Il giorno era quello della strage di Ustica. Triste giornata. Ma l’interrogativo che ci saliva in testa era questo: Consideriamo che un aereo “nemico” (la Libia era nostra nemica, ci sparacchiava missili di tanto in tanto, come quello di Lampedusa che quasi ci colpì sei anni dopo) abbia sfruttato la copertura del dc9 per non farsi vedere dai radar, poi scoperto da un aereo o una contraerea alleata, che sparato un missile verso di lui poi questo abbia colpito l’aereo civile, ed un frammento poi sia giunto al mig, colpendolo. Il pilota avrebbe poi cercato di raggiungere il suo paese, ma poi si fosse schiantato sulla Sila. Ma i giorni non combaciavano con quello che dicevano, ufficialmente fosse successo. E noi pensammo che invece ci avessero tenuto nascosta la verità, e che quindi quell’aereo non fosse caduto alcuni giorni dopo, ma il giorno stesso. E facemmo calcoli sui tragitti, sulla capienza dei serbatoi, sui consumi, e scrivemmo un dossier che ora chissà che fine ha fatto. Ed accadde che la notizia trapelò, ed alcuni di noi, probabilmente paranoici, cominciarono a dire di ricevere strane telefonate o fare strani incontri. Addirittura incolpammo uno di noi di essere una specie di spia dei servizi segreti. Ma io mi accorsi che quando parlavo al telefono con miei amici, sentivo una specie di clic durante il colloquio. Allora cominciammo ad inventarci improbabili storie ed appuntamenti in posti strani ad orari impensabili. Chissà se eravamo veramente sotto controllo, ma ci divertimmo tanto a giocare agli agenti segreti. Con questo che volevo dire? Chi se lo ricorda? Mi è solo venuto in mente pensando al sultano ai direttorissimi ed ai vari lacchè che pensano di poter dire e fare quel che vogliono. Ma io al solito sputo in terra e mi scrollo la polvere dalle scarpe quando sento i loro nomi. Mi sembra sia un consiglio dal Vangelo quello della polvere da scrollare…   Io aggiungo lo sputo come facevano i vecchi una volta. Così scarico la tensione ed il disprezzo.