Kremuzio

Il cavallo di Barbie?


Il minicavallo, o pony più piccolo del mondo, trotterella e zompetta dalle televisioni di tutto il mondo, ed ormai tutti lo conoscono e si inteneriscono per quel piccolissimo e bell’animaletto, oggetto del desiderio di moltissime persone in cerca di animali da compagnia. Penso che ogni persona con un minimo di normalità lo abbia osservato con attenzione. Nulla da dire, in quanto ormai il piccolo è di moda, anzi potremmo dire che chi è piccolo è in un certo senso fortunato dal punto di vista biologico. Se conoscete qualche uomo che abbia raggiunto e superato le soglie dei 90-100 anni, potete vedere quanto di solito siano mingherlini, magri e non troppo alti. Se poi si danno alla politica, o hanno velleità di comando, allora potrebbero essere facilitati, ma non è così poi per chi dovrà essere sottomesso alle volontà di costoro. Di episodi esplicativi, se solo ci limitiamo alla storia patria, ne abbiamo parecchi, ed è così anche in tutto il mondo. Ma non è di questo che volevo parlare. Ritorniamo al cavallino.E’ facile immaginare quale sarà la vita di questo quadrupede zoccoluto. Verrà studiato, controllato e coccolato da qualche famiglia danarosa, sotto le telecamere che lo seguiranno nel suo sviluppo. Verrà invitato a qualche trasmissione dei record qua e là per il mondo. Verrà montato da bambini, nanetti, e riuscirà a galoppare felice nei piccoli pascoli. Vivrà a lungo con tutti gli agi, e farà il ministallone con qualche altra cavallina di dimensioni simili, per vedere quanto microscopici saranno i loro cuccioli.Invece pensate alla vita che fanno i suoi consimili più grandi. Il paragone con gli umani viene da solo. Le persone grandi, enormi, alte, non è che si trovino a proprio agio nella vita di tutti i giorni. Tanto per cominciare devono combattere in continuazione contro la forza di gravità che ne impaccia i movimenti, poi si appesantiscono e non sono eccessivamente agili. Forti sì, e per questo saranno sfruttati in qualche modo. Mi viene in mente il mitico Primo Carnera che spaccava i macigni, chissà perché, poi spaccava le persone, ma era buono, il gigante buono anche se prendeva a pugni gli avversarti, ma con bontà. Altro discorso invece per i cavalli che sono nati e diventati grandi, grossi e forti. Ne vedo tutti i giorni per le strade di Roma, attaccati a quelle brutte ed anacronistiche carrozzelle. Quando li vedo io non portano altro che il loro vetturino che li sprona a camminare in mezzo al traffico ed all’inquinamento. Dicono che hanno fatto delle leggi per le quali non potranno più essere sfruttati con grandi carichi o sotto il sole per le salite dei sette colli. Vedremo se sarà così. Nel frattempo mi danno un’idea di stantio, guidati da personaggi che spesso non sembrano simpatici, come i finti gladiatori davanti al Colosseo. Sembrano per lo più coatti folkloristici gettati in pasto al turista, americano o giapponese che sia. Arrivano pure, per darsi un contegno, a ricoprirsi di giallorosso, come se questo fosse una garanzia di chissà cosa. E sanno anche essere ridicoli, a volte. Ma non sto a sindacare le loro scelte tifose. Solo il fatto che come immagine che vuol essere caratteristica, ha come vittima un povero cavallo che incute solo un certo senso di commiserazione fuori dal tempo se visto, e non è difficile vederlo, sbavare sui sampietrini in preda a sofferenza fisica. Ed immagino quei poveri cavalli che vorrebbero starsene a fare una vota naturale, in mezzo ad un pascolo a scorrazzare e non scarrozzare, felici sull’erba tenera. E magari pensano quanto sarebbe stato bello essere nati più piccoli, così che nessun umano potesse sfruttarli. Mi vengono in mente un po’ di metafore ardite e volgari, ma le tengo per me, è meglio.