Kremuzio

Sgrizzi paperi, topi & co.


Una delle cose brutte della vecchiaia è che quando ti vai a rileggere gli stessi fumetti, le stesse storie che leggevi quando eri bambino, non hai più le stesse sensazioni che avevi una volta. Non so a cosa sia dovuto, ma un tempo c’erano atmosfere particolari nelle quali ti catapultavano i disegni, i colori, le frasi che quasi massaggiavano il tuo cervello ancora poco usato, e probabilmente si installavano in punti strategici della memoria, ancora libera e che recepiva qualsiasi esperienza forte. Fatto sta che quelle sensazioni rimangono ancora fino ad oggi, come qualche Natale dei tempi passati, come una canzone degli anni ’60 che sentivi sulla spiaggia assolata, come un sapore di gelato che ora non esiste più, come il profumo del piatto di fettuccine che faceva tua nonna.E così, quando sulle bancarelle o nei mercatini vedo raccolte di fumetti di Topolino che racchiudono storielle uscite per la prima volta sui settimanali di quasi cinquant’anni fa, e si badi bene, scritte e disegnate da veri artisti, primo fra tutti quel mastodontico Romano Scarpa, le acquisto per cercare di godermele appieno. E come se stessi scartando un cioccolatino al latte, pronto a squagliarsi in mano, con tutta cautela sfoglio per prepararmi. Uno penserà che mi posizioni su di una bella e comoda poltrona, con atmosfera di sottofondo ovattata e nostalgica, magari con un disco di Mina, tipo le millebolleblù. Nulla di tutto questo. Me ne vado in bagno, comodo in un ambiente nel quale non arrivano gli stimoli dall’esterno (e dai libero sfogo a quelli dall’interno…). E nella comodità estrema, do’ una rapida scorsa alle vignette per acchiappare un minimo brivido di ricordo. Ma non accade proprio questo. Resetto e comincio a leggere. La storia mi sembra di ricordarla, almeno nelle sue linee essenziali. Eppure non ricordo bene le frasi, i dialoghi mi sembrano nuovi di pacca. Possibile che non mi sono rimasti in mente? Però quelle posture, quelle smorfie, quei tratti colorati mi tornano in mente anche se mischiati ad altri pezzi di storia letta forse negli stessi anni. Mi si confonde, ma vedo dalla ristampa che nulla è stato modificato. E’ solo la memoria che non è più la stessa. Nonostante ciò le storie sono bellissime, epiche, non fatte per bambini, ma che solo un adulto può gustare appieno. E non è un caso che quelle vignette che ricordo tutte, quasi nei minimi particolari, provengano dalla stessa mano. Mettete il caso del furto della collana Chirikawa. Ci sono flashback tratteggiati, ricordi di infanzia, meccanismi trogloditi, avventure alla Indiana Jones, ma molto meglio, un segno pulito e rotondeggiante. Nuovi personaggi come la Trudy e la zia Topolinda. Forse la migliore storia abbia mai letto in vita mia. Ma alla pari c’è “Topolino e la dimensione Delta” con Atomino Bip Bip ed il professor Enigm, scienziato atomico. Storia di fantascienza sui mondi paralleli. Fantastica. Poi c’è la strana paura che i prendeva nella storia della rivolta delle ombre. La ricordo poco, solo uno strano sconvolgimento della mente nel pensare ad un’ombra che si distacca e vaga da sola. Poi per chiudere la lista metterei quel bellissimo racconto che lessi per la prima volta nella raccolta “il supergiallo di Topolino” ovvero “Topolino e l’unghia di Kalì”, altro impasto di feedback, sensazioni oniriche, piccole paure, ambientazioni lugubri ed esotiche, chiaroscuri tenebrosi e che sembrano accennati ma che sono definitivi nella loro bellezza.Ma le sensazioni non sono più le stesse. Peccato! E non capisco perché. Mi mancherebbe provare a ricercare le prime storie con Paperetta Ye Ye o Paperoga o Sgrizzo Papero, del quale serbo un ricordo spasmodico!Romano Scarpa. Che mito! Ridatemi lui e Andrea Pazienza e la mia vita sarà più degna di essere vissuta…