Kremuzio

Schifoso ma utile post


Naika Tei aveva appena fatto la cacca in un negozio di elettrodomestici nella patria del sol levante. Non aveva controllato prima, come fanno quasi tutti quelli che vanno al bagno, specie in uno pubblico. Anche perché di solito la carta la si usa prima per tappezzare la tazza per tenersi distanti da batteri e virus in agguato. Primo errore quindi. E possiamo immaginare la sorpresa amarissima quando, dopo essersi svuotato l’intestino, girando lo sguardo attorno, non trovava il rotolo prezioso. Mille pensieri gli saranno passati alla mente, con il suo cervello dagli emisferi funzionanti all’opposto di noialtri occidentali. E questo lo ha salvato, facendogli fare un balzo nelle cronache mondiali. Ed ora Naika, dj giapponese, è famoso per la sua cacca.Bukovski in un suo racconto ci dava delle dritte per come fare se ci si fosse trovati in un cesso pubblico senza carta igienica. E senza giornali o depliant o dollari di carta. Una volta la gente si puliva con le mani, o con le foglie, o magari strofinavano le terga sulla terra come fanno alcuni cani frettolosi. Ma il grande Hank suggerisce di usare le proprie mutande per la pulizia, per poi gettarle via. Se non fa troppo freddo, non ci sono controindicazioni, e magari fa bene alle emorroidi. Questo però se uno non porta quei miniperizomi, che sennò non ti puoi pulire proprio bene. Come pulirsi con un francobollo, anche se non si incolla.Il nostro amico mangiasushi che ha capito tutto, senza vergognarsi, allora tira fuori il suo cellulare e manda un SOS tramite Twitter,“Mi serve urgentemente carta igienica nel bagno del terzo piano di Akiba Yodobashi” e per sua fortuna, qualcuno raccoglie il messaggio nella bottiglia e gliela porta. Dopo altri 15 minuti un altro tweet annuncia che “La carta igienica è arrivata. Grazie mille”. Ma se non ci fosse stato campo? Se avesse esaurito il suo credito con il gestore telefonico? Qui si vede la vera differenza tra est ed ovest. Noi controlliamo se c’è la carta, loro se c’è campo.Mi vengono in mente alcuni momenti nei campeggi, quando sai che la carta di solito non c’è nei bagni e devi portartela con te. Le persone villeggianti si dividono in due grandi categorie, quelle che se la portano contata e misurata, e quelle che portano tutto il rotolo. Io sono della prima specie. Conto un tot di strappi ed arrotolo il papiro intorno alla mano, come se fosse un filo elettrico, e ripiego il risultato nascondendolo in qualche tasca o direttamente nel costume. Diciamo che cerco di nascondere i miei stimoli, che ritengo molto personali.Poi ci sono invece quelli, di solito donne e bambini, che girano con nonchalance con enormi rotoloni quasi intonsi, dai quali sembra si stiano srotolando vessilli da Gran Pavese in preda delle brezze e ventate. Vedi da lontano questo lungo sbandierare bianco di alcuni piani di morbidezza, e sai dove stanno andando. Che il mondo, ed il campeggio tutto sappia che a loro sta scappando. Li segui con lo sguardo per vedere se è vero, o magari si stanno creando un alibi: “cosa? Io non posso aver rubato il barbecue… stavo al bagno… mi hanno visto tutti…”.Le cronache non raccontano se il soccorritore abbia portato un rotolo o una dose. Certo che dopo 20 minuti di attesa, magari la pulizia è diventata più difficoltosa. Una volta dicevano che i bagni laggiù erano tutti forniti di tazza con schizzo d’acqua verticale per le abluzioni del “dopo”. Chissà come sono divertenti.Memore di queste disavventure, mi porto sempre qualche dose di carta. Ricordo durante il servizio militare, se ti beccava la ronda, dovevi portarti dietro un pettine, un paio di gettoni telefonici, il numero della caserma e numero 4 quadrati di carta igienica, altrimenti erano guai. Forse ne facevamo poca a quei tempi, per quattro rettangolini neanche troppo soffici… Dalla caserma avrebbero portato la carta in una sorta di search and rescue con gli elicotteri?Ed ora sono proprio curioso di sapere quanti lettori abbiano sorbito fino in fondo questo post educativo…