Kremuzio

Se fa caldo posso mettermi la gonna?


Sono per la parità, completamente! A partire dalla pensione per tutti già a 55 anni, Per chi abbia lavorato almeno 10 anni, così che possa vivere con una minima di 2000 euro al mese. L’Italia sarebbe più allegra in questo modo, ci sarebbe lavoro per tutti eccetera eccetera, ma non è di questo che voglio parlare.Ha iniziato a far caldo, ma proprio caldo. Qui fuori c’è il sole e ancora non è stata accesa l’aria condizionata. Che se avessi una finestra decente in questo ufficio, mi basterebbe tenerla aperta, che so, su di un cortile pieno di alberi o sulla collina che smagrisca fino al mare. Purtroppo sono vicino al centro e di traffico e rumori e smog e sole senza ponentino, qui ce n’è troppo, per i miei gusti. Stavo meglio quando pioveva, fino alla settimana scorsa. Il cielo nuvoloso filtrava gli ultravioletti che non si trasformavano in infrarossi sull’asfalto scuro o sulle mura dei palazzi sporchi. Ed oggi non si respira. Però sono costretto a stare con pantaloni, scarpe e calzini. E qui allora chiedo la parità di vestizione: le donne possono vestirsi in maniera leggiadra, leggera e leggibile, con camicette su una gonna e scarpe con l’infradito. Chi può ed anche chi non può, giustamente veste con allegria e sostenibile delicatezza di tessuti. Beate loro che possono esporre più possibile con quella libertà che è concessa loro dalle convenzioni sociali. Ma noi poveri maschietti quando ci libereremo dalle stesse costrizioni in cui ci siamo ficcati ciecamente?Se domani, mettiamo il caso, mi vestissi con una tunica, come praticamente si è fatto fino a qualche secolo fa, in momenti dorati in cui ci si sollazzava filosofeggiando per le agorà e le piazze di mercato. Oppure guardiamo le persone che dove fa caldo ci vivono tutto l’anno. Sono ricoperte di drappi e gonnelloni con le gambe ignude, più o meno pelose infilate in sandali artistici delicati e magari anche un po’ fetidi.Io mi metterei anche un gonnellino plissettato, mica un pesante kilt con la borsona pelosa, ma da quelle parti hanno la neve. Per fortuna ho belle gambe, dritte muscolose ed affusolate, ricoperte di bei pelazzi giusto per distinguermi da autodepilatori incoscienti. Non dovrei quindi infrangere canoni estetici che non siano quelli fatti apposta per denudare solo le appartenenti al gentil sesso.Spiegatemi quindi perché noialtri dovremmo rimanere in pantaloni lunghi. Neanche calzoncini che facciano passare aria fresca su per le pudende. Nulla ci è concesso per allietare le nostre giornate già impelagate nelle faccende lavorative, seduti ed accaldati su sedie che non fanno passare aria riscaldandoci le terga più di quanto non possa fare il calore corporeo intrinseco infracoscio.In subordine mi piacerebbe persino riempire di acqua tiepida una bacinella di plastica, posizionarla sotto al tavolo ed immergerci gli stanchi piedi scalzi liberi da quelle costrizioni in cuoio o plastica o ambedue, ahimè antiigienicamente circondanti le nostre care e sofferenti estremità.Un’infradito concedetemela: i miei piedi sono caldi e vogliosi di fresco, di moti d’aria convettiva benché più fresca dell’atmosfera circostante, che salga con circonvoluzioni dalle caviglie fino attorno i polpacci, più su fino alle ginocchia cosce e quadricipiti femorali, a raggiungere ciondolame e terga bollenti onde apportare refrigerio e gioia di vivere a noialtri lavoratori della scrivania.Mettiamoci d’accordo, sobilliamo e rivoltiamo le regole: da domani tutti in gonnellino, ma senza fare lo scherzo scozzese di non vestire slip, mi raccomando, e non accavallate le gambe come in basic istinct: non facciamoci riconoscere!