Kremuzio

Pigrizia


Fa caldo, e non è che se te ne stai a casa o te ne andassi al mare, ne farebbe di meno. Se il termometro esterno mi dice 42 gradi al sole, ed all’interno della camera in cui bivacco ne sottolinea 32, allora c’è ben poco da fare. Non mi va di accendere il condizionatore, che vorrebbe dire chiudersi dentro, sigillare ogni pertugio affinché il sacro refrigerio non fugga via, non accendere tv o lampade perché il calore di questi elettrodomestici non aumenti ancora di più l’insopportabile sensazione umida di sudaticcio e mancanza di fiato. Beati chi se ne sta in campagna, o in montagna, o dovunque l’aria si muova per il refrigerio degli occupanti delle case.Non mi va di andare al mare, troppo tempo incolonnato sulle strade, troppo tempo per trovare il parcheggio che non sia lontano, e poi mi sento stanco. Sarà una stanchezza esistenziale o una mancata voglia di movimento, fatto sta che passo la mattinata sul terrazzino ad innaffiare e mettere a posto i vasetti. C’era la pianta della passione da trapiantare… questa mi si sta arrampicando velocemente andando verso est, il che vuol dire che vuole espatriare verso il terrazzino confinante. E questo non è bello. Che la curo a fare se scappa? Meno male che le sue radici sono ancora piccole… Scavo e tiro fuori dopo aver staccato dalla griglia tutti i rametti. Porto dalla parte opposta, ad ovest e trapianto, ripianto rimbocco di terra ed annaffio. Rimetto i rametti sull’altra griglia, li lego e sostengo, e speriamo bene che si riprenda. Stanotte era moscia. Stasera controllo. Innaffio a spruzzo contro vento così che l’acqua mi torni dietro bagnandomi. Sono nudo, tanto sto all’ultimo piano ed il balcone è in muratura… non si vede nulla di raccapricciante. Mi rinfresco per benino. Mi accorgo di un nido di vespe dentro il supporto della parabola. Poverelle, le rinfresco un po’. Anche i ragnetti vengono spruzzati. Chissà se ci sono ancora gechi e lucertole dietro i vasi? Lascio un po’ d’acqua per farle bere. E’ bello stare da soli, nessuno ti dice niente anche se ciondoli in mezzo ai bacarozzi.Non mi va di far niente… Guardo un po’ una cornacchia che litiga con un gatto e annuso i fiori del limone. Ora di pappa. Svuoto il frigorifero relativamente a verdura e riso.Yogurth e caffè.E subito a nanna per la santa pennica.Non mi va di accendere il condizionatore, troppo rumore e non vale la pena per la pennichella, che tanto mi addormenterei sia con 50 gradi che sottozero. Magari fosse così la notte che basta un nonnulla per impedirmi di addormentarmi. Un bel ventilatore dalle pale grandi e potenti, messo al minimo, con il getto che mi finisce addosso. La cosa che non capisco dei ventilatori è perché, pur avendo sempre lo stesso numero di giri delle pale, queste sembra che ti buttino addosso l’aria a folate, invece che ad un regime fisso. Mi viene in mente che sia colpa dei peli, che sbandierando si muovono andando ad eccitare i muscoli corrispondenti facendo un po’ il solletico. E’ bello sentirsi asciugare addosso il sudore. Mi addormento in pochi secondi.Passo il pomeriggio a letto. Leggo un vecchio libro sui comici italiani e mi riaddormento. Prendo un altro capitolo, e neanche fossi sotto sedativo, ricrollo in quel torpore estivo senza tempo che ti acchiappa fino all’ora di cena.Ahhh, mi ci è voluto tutto. Un’altra domenica così e non mi sentirò più come in autunno sugli alberi le foglie…