Kremuzio

Topi da spiaggia


Passeggiare sulla sabbia dopo un paio di giorni di maltempo, è una specie di caccia al tesoro. Magari non trovi niente ma ci si prova. Uno immagina di trovare forzieri semisommersi dalla sabbia pieni di dobloni o gioielli della corona. Al massimo ho trovato qualche moneta o banconote insabbiate tirare fuori dal vento sferzante che se da una parte copre tutto quello che trova, dall’altra libera dai granelli e te lo fa ritrovare, semisepolto e semioccultato, se non fosse per qualcosa che attira la tua attenzione come uno sbrilluccichìo ..Però devi passeggiare con calma, osservando tutto quello che una persona normale non guarderebbe. Se si cammina sulla battigia, uno guarderebbe il mare, i gabbiani che si scansano e decollano quando passi, o le scritte sulla sabbia bagnata, o le buche eventuali con trabocchetto. Io ero bravo a fare buche ricoperte di un’intelaiatura di canne, un foglio di carta di giornale e subito sopra uno stratarello di sabbia, così che il malcapitato che ci avesse camminato sopra sarebbe caduto, si sperava, senza rompersi un osso o slogarsi una caviglia. Si era così perfidi da piccoli… Fino al giorno in cui ci caddi io stesso nella mia stessa trappola, perfetta da celarsi al suo creatore, e un po’ scornato, un po’ orgoglioso, finii con il non farne più. Un piccolo vietcong sbadato…Ma come dicevo, chiusa la parentesi ricordatoria, basta guardare dalla parte opposta degli altri che passeggiano, non verso quelle signorine in monokini o anche col costume intero, ma verso tutti i detriti portati dal mare. Più che detriti, parliamo proprio di spazzatura, che di questo si tratta. Pezzi di plastica colorata che di solito sono tappi di bottiglie, o bottiglie stesse che riflettono i raggi solari e sembrano pietre preziose. O pezzi grandi rimasugli di giocattoli, come mezze macchinine, pupazzetti senza gambe o formine integre, che sembrano quasi abbandonate (chi gioca più con le formine?). Non si trovano più palette o rastrellini. Solo una volta, un paio di anni fa, uno di quei mulini a sabbia che infilavi la sabbia asciutta nell’imbuto in alto, e questa scendeva facendo ruotare una turbina perfettamente veloce ed inutile.Ogni tanto mi sembra di aver trovato qualcosa di strano, come galleggianti, resti di nasse, bottiglioni di plastica di detersivo con istruzioni scritte in una lingua slava. Scatolette di esche putride lasciate dai pescatori più maleducati, scatolette chiuse che le apro e non trovo niente se non sabbia ed un po’ d’acqua di mare; resti di accessori per clisteri e lavande intime (sulla spiaggia???) tubetti e blister pieni di medicinali, che quand’ero piccolo e stupido, riunivo tutti insieme in un pappone che fortunatamente non mangiavo né io né altri e tantomeno le bambole affamate di mia sorella.  Mi aspettavo che cominciassero a fumare come il beverone di Jeckill. Ma praticamente quello che vado cercando è una specie di feticcio estivo, un pupazzetto o un simbolo che possa rappresentare la vacanza. Una volta una macchinina, un’altra volta un pesciolino di plastica, o un mini-supereroe con tanto di mantellino. O un cadaverino di cavalluccio marino. Quest’anno mi è toccata una minuscola bellissima paletta di plastica gialla. Segno che devo lavorare. Vi saprò dire.Qualche bottiglia opacizzata dalle onde, dalla sabbia e dal tempo, viene ritrovata semisommersa dalla rena o se sei fortunato, mentre galleggia ancora. Allora la curiosità è tanta e la prendi e la sbirci per vedere se c’è qualche pezzo di carta con un messaggio dentro. Di pezzi di carta ne ho trovati, ma di messaggi nessuno. Forse che non ci sono più naufraghi o pirati di una volta? Eppure mi sarebbe piaciuto trovare una mappa che senza andare troppo lontano mi avrebbe impegnato in una caccia al tesoro. Che se si fosse trattato di una cacca di cane sepolta sarei rimasto lo stesso contento… E poi dicono che uno non si accontenta mai…