Kremuzio

I bambini ci domandano


Stamattina non avevo molte idee per la testa. Una bella dormita è quel che ci vuole per sgombrare la testa dalle cose negative. Così il solito viaggio in motorino per recarmi al lavoro non mi è servito per pensare a cosa scrivere. Lì per lì mi sono un po’ preoccupato, ma senza darmi troppo peso. Infatti l’ispirazione è arrivata. Mentre smonto dal sellino, passa sul marciapiede una mamma con carrozzina completa di bambino piccolissimo ed un altro fanciullino al fianco, intorno ai 5 anni che chiedeva preoccupato o solamente incuriosito alla genitrice: “Mamma perché c’è tutta quella polizia per strada?”. Mi guardo intorno con nonchalance e vedo più giù un posto di blocco (sono le 9 del mattino), poi un sorvegliante armato sotto un piccolo consolato, poi un altro davanti la posta ed uno di fronte ala banca. Ovvio che il piccolo non conosce bene la differenza tra polizia, carabinieri e guardie private. Per lui erano tutti “polizia”. E si preoccupava. Allora mi vengono pensieri vari ed eventuali. Io non ci facevo caso a questa densità armata, l’abitudine diventa un ottimo filtro per la tua mente, ma con questo non mi sentivo più protetto o più minacciato. Non avendo ancora scheletri nell’armadio (ci vuole tempo prima che le vittime si spolpino appese alle stampelle), faccio un rapido discernimento su quel che accade negli angoli delle strade e vado oltre fisicamente e mentalmente. Ma le presenze rimangono. Sia la pattuglia composta da giovani guardie scelte, sia l’obeso sorvegliante vestito da Rambo che suda copiosamente di fronte al bancomat. Fanno parte del decoro urbano, neanche tanto mimetizzati. Penso allora che ci sono riusciti ad imporci una società impaurita, sorvegliata e controllata, dove pensare che ci possa accadere qualcosa da parte di malviventi o, peggio, terroristi, sia ormai la normalità. Ma secondo il semplice pensiero della massa, basato su quel che viene detto, non sono solamente i posti che per definizione possono essere presi d’assalto da chi vive borderline, come le banche o gli uffici postali, ma tutti indistintamente. Come quando intervistano la vecchietta che dice che non si sente tranquilla perché ci sono gli extracomunitari. Poi se le chiedi se conosce di persona qualcuno derubato da costoro, candidamente risponde “no, ma che c’entra, lo sappiamo tutti che delinquono”. Ed alle finestre crescono grate e cancellate e sbarre in ferro, che magari si confondono con i graticci sui quali si arrampicano i rampicanti, ma sono lì per impedire ad improbabili ladri di colore o zingari acrobati, di far razzie nel proprio sacro domicilio, ultimo baluardo della patria.Ricordo ai tempi del rapimento Moro. Allora sì che c’erano posti di blocco. Abitavo in una delle zone dove sarebbe potuto essere imprigionato, ed ogni volta che prendevo l’auto, mi fermavano 3-4 volte ogni chilometro. Non sto esagerando. Anche se trasportavo mia nonna o zie novantenni, bloccavano la 500, aprivano cofani, facevano scendere le vecchiette e mi perquisivano. Come se un 18enne e due quasi centenarie avessero potuto nascondere Aldo Moro nel piccolo portabagagli. Uno stress che ovviamente non portò a nulla, se non a farci sentire parte di uno stato di polizia. Ah, già, c’era Kossiga che comandava a quei tempi…  Non so cosa abbia risposto la madre al bambino. Si erano allontanati. Forse avrà risposto “perché sì” o forse “perché ci sono uomini cattivi” o forse “perché abbiamo un governo di destra” o anche “visto che non esiste Batman o l’Uomo Ragno…”. E se invece avesse risposto: “zitto, cammina e stai attento a non dare nell’occhio…”? Non mi sarei stupito più di tanto: il lavaggio del cervello funziona anche su chi ha la forfora...