Kremuzio

Tangenziali e videogames


In teoria dovrebbero essere tangenti alla città, toccarla rimanendo fuori dal suo conglomerato di palazzi, case e piazzette, ma al giorno d’oggi in alcuni punti ci passano attraverso, recintate, con un misero tentativo di ovattamento del rumore, con barriere di plastica trasparente con qualche adesivo che ricordi la silhouette di rondinelle o gabbiani. Oggi se ne parla, visto che vogliono metterci un bel pedaggio, dato che al comune vogliono più soldi. Se almeno si sapesse per cosa farci… Però questi governi, prima tolgono l’ICI, poi vogliono fare il federalismo fiscale senza soldi, e quando si sono accorti di aver fatto delle stupidaggini elettorali, si spremono le meningi per cercare di tirar fuori sangue dalle rape, onde continuare a garantirsi un bello stipendio. E visto che probabilmente, presto ci saranno altre elezioni, abbiamo anche assistito al furore virile del sindaco che vorrebbe andare fare e spaccare con un’auto bomba (alla crema) l’eventuale casello, dimostrando la confusione ed il distacco tra maggioranze, rispetto al buonsenso ed alla logica comune. Immagino facilmente che se riuscissero a mettere il pedaggio, molto traffico si trasferirebbe sulle strade interne della città, allungando i tempi di percorrimento ed il conseguente aumento dell’inquinamento ed invivibilità dei quartieri urbani. Personalmente non vado troppo sul GRA, visto che la mia vita lavorativa si svolge ben radicata ai quartieri del centro, ma spesso mi inerpico per le strade sopraelevate di quella che viene chiamata “tangenziale est”. Più che una strada è un videogioco, se fatta colo motorino.Per cominciare, avete presente di cosa parlo? E’ una strada metafisica, oggetto di moltissime scene cinematografiche negli anni 70, quando era in costruzione. Immaginatevi alti piloni sui quali una fettuccia di asfalto ti mette, a percorrerla, faccia  a faccia con i palazzi ed il vuoto che da’ su magazzini e depositi, parcheggi e strade consolari. Quanti inseguimenti nei film polizieschi da “Mondezza” alla serie delle città violente, con i vari ispettori dal grilletto facile ci sono stati con giuliette spider e pantere modificate. Giusto per far da contraltare ai classici car crash per le strade di Chicago e Los Angeles d’oltreoceano. Ma alcuni momenti ben più sognanti e fantastici sono in quei due capolavori che furono “uccellacci ed uccellini” dove Totò, con Ninetto ed il corvo, discorrono sulla vita, in cima a quegli spezzoni di strada in costruzione, dalla quale, sotto ed in lontananza puoi osservare pezzi di campagna romana che furono. Oggi puoi vedere tutt’altro.O quando il ragionier Fantozzi si cala dal terrazzo fin sull’asfalto per acchiappare al volo l’autobus che lo porterà in ufficio, o anche il terribile “102 nero delle collinari”. Quel terrazzino c’è sempre, ma non ci ho mai visto né Ugo e tantomeno la signora Pina affacciati. Anzi, la porta a vetri è ben chiusa, e forse murata visto l’aria poco salubre che spira in quei dintorni. Nemmeno inseguimenti, visto il perenne stato di intasamento a causa dei lavori in corso. E qui comincia lo stato di videogioco: Immaginate due colonne di auto che si muovono, quando posso, a passo d’uomo, ed i motorini sono costretti a sfilare in mezzo a loro ad alta velocità, sfiorando con le ginocchia portiere e specchietti. La maggior parte degli automobilisti si mette ordinatamente a destra se stanno sulla fila di destra ed a sinistra se su quella di “sorpasso”. Almeno coloro che sono abituati a stare in fila su quella striscia viaria. Altri invece, specie quelli con i suv, si mettono in mezzo, come se riuscissero prima o poi ad incunearsi in spazi di 60 centimetri, come facciamo noi cascomuniti. Ovviamente si beccano improperi e maledizioni, oltre a roboanti vaffa da parte di quelli che hanno scooteroni più costosi. Sei costretto comunque, se hai due ruote, a dimenarti bilanciando accelerazioni discese e risalite, stando sui 50-60, per non beccarti le solite maledizioni che dovrebbero essere di default indirizzate a chi se ne sta seduto nelle quattroruote.Esperienza da provare, specie se sei verso la fine, ormai vicino a S.Giovanni, quando nella discesa finale, ti sembra di vedere con la coda dell’occhio spostare una tendina nell’appartamento più famoso della zona. Ma non vedi neanche Mariangela. Solo il vento, purtroppo.