Kremuzio

Sosia e sconosciuti


Ultimamente mi accade spesso. Magari non come ieri sera: stavo fermo al semaforo in surplace sul motorino, attento al verde, quando sento urlare dalla pensilina in mezzo alla strada, ad una fermata di tram. “Andreeeee!” urlando a squarciagola. Dato che il mio nome non inizia per “andre”, rimango con lo sguardo fisso. Ma ancora più forte “Andreeeeeeeeee!!!!” almeno per cinque-sei volte. A quel punto mi viene un dubbio, dato che nessuno pare si sia girato, quindi mi giro io. Vedo un signore anziano che sorride e mi guarda. Mi indica e saluta. Io lo guardo interrogativo. Lui si sbraccia facendo il gesto "tu proprio tu non mi riconosci?". Dietro a me non c’è nessuno, quindi lo sconosciuto vuole proprio me. Nella massima interrogazione, con quei gesti universali tipici di noi italiani, mi chiede “ma non sei tu?” ed io gesticolando in bilico, ormai col surplace rovinato “no, non sono io”. Ci scambiamo un ultimo sorriso ed il verde mi richiama.Ed inizio a pensare al fatto che ho una faccia comune. Qualche mese fa, uno mi si avvicina stupito: “ma lei ha un gemello all’aeroporto? E’ uguale spiccicato, faccia occhiali capelli barba: u-g-u-a-l-e!” ma io non ho gemelli, neanche all’aeroporto. Oppure quella volta che un mio amico mi indica uno, ed esclama “non è tuo fratello quello?” indicando un figuro che a parte una certa luce satanica negli occhi. No, non ho fratelli, niente gemelli ed oltretutto quel tizio non mi somiglia. Ma perché mi dicono tutti così?Che ci siano personaggi famosi ai quali penso di somigliare, è fuor di dubbio. Ad esempio Salman Rushdie, o Stanley Kubrick, e anche il mitico Costantin Ziolkovski, ed un'altra dozzina di sconosciuti che di tanto in tanto ho incontrato per la strada scambiandoci una svelta occhiata di intesa. A volte dicono che assomigli a Bobo, personaggio dei fumetti, ma la cosa non è che mi riempia di gioia, anche perché non mi sembra proprio. Potrei partecipare a qualche trasmissione sui sosia, se solo avessi velleità pubbliche televisive, oppure diventare agente segreto dagli infinitamente pochi travestimenti, giusto per spacciarmi per qualcun altro sconosciuto. Ma rischierei pure. Metti il caso che qualche arabo di quelli cattivi mi scambi per l’autore dei versetti satanici… Se non altro venir scambiato per il più migliore assai degli scrittori al mondo, potrebbe inorgoglirmi, ma preferirei fosse meno rischioso.Ho un amico, che ha un fratello gemello, ugualissimo a lui in tutto, e mi raccontava di quanto fosse comodo avere un sosia, in alcuni momenti. Ma anche scomodo per altri. Io non posso saperlo ma immaginarlo, a seconda dei racconti, specie quando incontrano qualche amico dell’altro che pensa lo si stia prendendo in giro. Una volta pare abbiano rischiato di fare a pugni con il sedicente amico che si sentiva offeso dal fatto di non essere stato riconosciuto. Ma mi sono stati raccontati anche  retroscena boccacceschi, come quella volta che per gioco si sono scambiati le rispettive ragazze. Pare siano cose che si fanno comunemente tra gemelli. Ora non so quanto sia effettivamente vero che la compagna dell’altro non capisca la differenza, per cui posso anche pensare che il gioco faccia gola anche a loro. Io che sono troppo fisionomista però non credo che cadrei in errore, fatto sta che non ricordo di aver mai salutato qualcuno che pensavo di riconoscere ad una prima occhiata. C’è sempre qualcosa di differente tra gemelli, basta osservare bene, magari una smorfia, o uno sguardo, magari la stessa curiosità o lampo che ti fa fissare negli occhi una persona e te la fa riconoscere al volo, contraccambiato. E se proprio dovesse essere così uguale a qualcun altro, basta fare un sorriso senza salutare troppo. Un sorriso non si nega a nessuno, neanche ad uno sconosciuto.