Kremuzio

Aria di rivoluzione


Ieri è stata una giornata da ricordare. Oltre al fatto che i traffico di Roma era bloccato, fermo, inutile, bagnato, sembrava di essere tornato al 77. Quando per le strade si sentiva l’odore della lotta, della rivolta e dei lacrimogeni. Quando i cortei bloccavano le strade con il loro colore, i loro striscioni, i cori degli slogan e delle canzoni. Ieri sentivo clacson che urlavano da ore nel traffico impazzito, fermo nelle strade che vorrebbero pensare al Natale, ai regali, illuminate e piene di ombrelli aperti.C’è un nervosismo che si sente chiaramente, ma che oltre al rumore non vedi. Mi collego con i giornali online e leggo di cariche della polizia, di stazioni bloccate, di ragazzi che sfilano e cercano di entrare nei luoghi simbolo del governo nazionale, sui monumenti e nelle università. Sembrano ripercorrere le gesta del 68, da architettura, da lettere, nella città universitaria dove già da tempo i ricercatori urlano la loro protesta dettata dalle condizioni umilianti in una nazione che vuole che ti prostituisca facendo lavorare parti del corpo che non siano il cervello.Ed il governo va sotto nelle votazioni un paio di volte, e quel mix di scempiaggini, leggi ed articoli vengono cancellati, inutili come le idee che stanno dietro loro. Che riducono la cultura e la ricerca ad una mera attività avulsa dalla realtà. O almeno così pensiamo, ottimisti come siamo.E’ surreale ascoltare le parole dei partecipanti allo scempio, al grande banchetto organizzato dai governanti, con le loro frasi vecchie di gente vecchia, con le battute stupide da bordello, con le arroganti frasi che invece di dimostrare coraggio, mostrano esattamente il contrario: paura.Paura che il loro tempo sia terminato, travolto, annullato dalla protesta popolare che si è stancata di parole vuote, sguardi vuoti, persone vuote, arrivate ai loro scranni dopo una gavetta di umiliazione e sottomissione ai loro capi. Muoia Sansone con tutti i filistei. Abbattiamo il Tempio insieme ai sacerdoti, bruciamo la terra dopo i nostri passi. Sembra che questo pensino i governanti che stanno cominciando a preparare le valige.Siamo forse giunti davvero alla fine di queste farse, di personaggi che sembrano sempre più simili ai generali di Baj, pieni di medaglie, orribili, mostruosi e cadaverici che incarnano il potere al quale aspirano solo i peggiori.Però il risultato è stato il solito, la legge è passata alla camera, e passerà al senato, se faranno in tempo. I giochi di “voto a favore-voto contro-mi astengo” sono le solite chiacchiere dei gruppi che prima alzano la testa allungando il collo, poi hanno paura che qualcuno glielo tiri, il collo, e dopo tanto starnazzare ritornano buoni tra i ranghi, con qualche singulto avanzato.Lavoro in un’università privata, e da come qui non si parli di questa legge, mi viene il dubbio che sia stata fatta veramente con i piedi, non tenendo in considerazione quelle che sono le esigenze reali della scuola pubblica. Non a caso negli anni 80, ricordo benissimo, già si parlava di privati che avrebbero potuto mettere i loro soldi nella ricerca, (a cominciare da un certo Berlusconi, uno ricco) e la paura già allora era quella che questi fondi avrebbero potuto cambiare il corso delle ricerche, indirizzate a quelle che erano le esigenze delle industrie e non della società o del progresso scientifico. Dopo 30 anni vediamo gli effetti cercando i risultati positivi che non si vedono. Se ci sono, li hanno nascosti bene. Le menti migliori sono espatriate e chi rimane fa la fame.Ma sì, continuiamo così, gli studenti devono stare a casa a studiare e le donne a casa per farsi belle e cercare un marito ricco. Così vuole il nostro sultano. Ma non ditelo ai giornali comunisti americani, sennò ci potrebbero ricamare sopra chissà quale orrenda storia…