Kremuzio

Basterebbe poco, in effetti...


Stavo buttando l’immondizia, per non dire la mondezza, consistente in due buste di differenziata plastica-metallo-vetro e due di mix atomico con cocce, bucce, ossa, cose zozze, polvere e stracci sporchi, nella maniera solita. Butto le buste del riciclabile nella campana apposita con grande leggiadria, e deposito le altre due buste di indifferenziata sul cumulo all’esterno del cassonetto strapieno. Sì, accade anche nella mia strada oltre che a Napoli. E questo perché essendo una strada stretta il camion trituratore passa poco spesso, e visto che c’è sia un fornaio che un bar, di immondizia ce n’è tanta ogni giorno. Allora, dicevo, una volta buttato sento una voce alle mie spalle che mi dice “potrebbe buttarle nell’altro cassonetto…” mi volto. Un uomo con una carrozzina è fermo e mi fissa con aria di rimprovero. “Prego?” gli faccio. “Dicevo che la situazione è così umiliante per questa pila di immondizia che sarebbe peggio se uno lasciasse le buste dove capita, e potrebbe buttarle 50 metri più in là”. Lì per lì non so cosa rispondere, e la cosa mi capita molto raramente. Rispondo “non vedo perché debba colpevolizzare me per l’Ama che non fa il suo dovere”. E lui di rimando “mi ci sono fermato apposta e sentivo di doverglielo dire che se tutti fanno così le cose andranno peggio”. Apprezzo la sua sincerità ed il senso sociale maggiore del mio. Mi soffermo a pensare un paio di secondi e realizzo che aveva ragione. “Mi ha convinto, penso che abbia ragione” gli dico, e mi incammino verso l’altro cassonetto a 50 metri di distanza girandomi mentre lui mi fa “Grazie, mi scusi”.Ovviamente anche l’altro cassonetto è pieno e deposito le due buste su questo secondo cumulo, lontano dagli occhi indiscreti del censore con la carrozzina, che non si era accorto che i cumuli non erano solo dietro il cassonetto davanti al mio portone.Avrei voluto rispondere “non ho tempo, ma che mi frega, è tardi, mica sto a fare passeggiate con la carrozzina, devo andare a lavorare io, già l’Ama mi succhia il sangue e mi strapazza di raccomandate per bollette non pagate, ma si faccia i c…i suoi”.Invece no. Ed andando al lavoro in ritardo mi sono messo a pensare al motivo per il quale non mi sono messo a litigare in strada. Quell’uomo aveva sicuramente una coscienza sociale superiore alla mia. Io non mi sarei mai permesso di dire nulla ad una persona che secondo me si fosse comportato in modo anomalo. Neanche a dire che era un violento. Più piccolo di me, seppure più giovane, avrebbe avuto la peggio in una scazzottata. Ed ho anche pensato che se fossi stato un coatto mi avrebbe rivolto la parola? Ma lui aveva una carrozzina, quindi era padre da poco tempo, e di certo era preoccupato per l’avvenire del proprio figlio, pronto a combattere ed a rompere le scatole agli altri. Un figlio che io mi sono rifiutato di fare. Pessimista sul futuro del mondo non ho voluto procreare in un paese come questo. Rispetto chi lo ha fatto, lo fa e lo farà, e che combatte per la prole anche per le piccole cose. Di fronte a queste persone metto da parte l’orgoglio, il poco tempo, la mancanza di voglia, il menefreghismo, e mi metto nei panni di costoro. In effetti non basta effettuare la suddivisione parossistica della differenziata quando probabilmente la catena virtuosa si interrompe nell’ultima parte di essa, a causa del servizio pubblico che fa acqua, anzi mondezza da tutti i buchi. Occorre passare all’attacco senza paura, parlare, convincere gli altri dopo aver convinto noi stessi, per mettere del proprio in questa lotta continua per la civiltà.