Kremuzio

Lavori e lavori


Ci sono giorni in cui non mi va di andare in ufficio, ma dato che sono uno che non si prende giorni di malattia o giorni di ferie se non terribilmente motivati, faccio uno sforzo e vado al lavoro. Questo accade quando mi devo scontrare con una burocrazia stupida, creata ad arte per far risaltare nell’ambiente aziendale proprio quelle persone che non fanno granché se non studiare come rallentare il lavoro degli altri, probabilmente per andar piano tutti alla stessa velocità. A me però piace correre, ed avendo una buona esperienza in quello che è il mio campo, mi piacerebbe che, quando devo organizzare le cose io, mi si comunichi quello che occorre di modo che sia io a preparare tutto secondo le necessità e quello che ho a disposizione. E mi innervosisco quando i sopracitati burocrati, invece, decidono loro cosa serve senza sapere di cosa stanno parlando.Ed allora costoro, non avendo il coraggio di parlare ma solo di scrivere impersonali e freddi rapportino in excel, neppure si prendono la briga di spedire una email per un minimo di dialogo.Allora, oltre agli ovvi errori di ortografia in relazione alle parole tecniche, che dimostrano la mancanza di padronanza dell’argomento, riescono a creare casino.Ma nonostante tutto riesco a non immalinconirmi ed a continuare il lavoro turandomi il naso e fregandomene delle burocrazie… tanto poi costoro che dovrebbero vegliare sul mio lavoro non capiscono se abbia modificato o meno le loro indicazioni…E mentre stavo venendo in ufficio tramite il solito motorino che fortunatamente conosce bene la strada come il cavallo di Trinità, mi lascia cogitare, rimembrare e vagare con la mente senza mostrare attenzione al traffico. E come al solito mi imbatto in una truppa di spazzini o dipendenti dell’Ama o non so come debbano essere chiamati, forse collaboratori all’igiene stradale, invece di operatore ecologico come vorrebbero quelli politicamente corretti. Che poi cosa c’entri l’ecologia col togliere le foglie morte dalle strade, me lo dovranno spiegare.Non so dalle parti vostre, ma se dobbiamo dare la palma della bellezza ad una schiera di lavoratori, la darei proprio agli spazzini. Sarà la divisa arancione, o il fatto che sono tutti giovani e forti, ma se li notate, sembrano tutti gagliardi ed eleganti. Ma non mi riferisco ai maschi, che saranno pure belli e muscolosi, ma non mi interessano da quel punto di vista. Descrivevo le donne, che se ci fate caso, hanno tutte una tale cura nell’abbigliamento sotto la tuta che non si può fare a meno di osservarle. Sono molto truccate, con capelli molto ben curati, di solito tintissimi di biondo oro con qualche ricrescita, ed un discreto numero di gioielli d’oro, come anche i loro colleghi.Sarà colpa o merito del fatto che pensano di fare un lavoro che possa diminuire un concetto di bellezza e pulizia a cui loro cercano di appartenere mettendocela tutta, ma non riesco ad immaginarli a fare un altro lavoro, come quello d’ufficio. Sì, se dovessi cercare belle persone esteticamente, le cercherei tra di loro. E questo si scontra su quello che è il ricordo dei netturbini di una volta, sia quelli che erano in strada con quel secchione metallico con le ruote e la ramazza che sembrava la scopa della Befana. Avevano una tale manualità nell’usare scopa e rastrello o pala o forcone per sollevare le foglie e depositarle nel secchione, che faceva un rumore tutto suo, specie quando andavano e ricoprirlo con il coperchione. O anche quelli che venivano nei condomini a svuotare i secchi dell’immondizia posti fuori la porta. Loro salivano con un enorme sacco di iuta che portavano con sofferenza sulle spalle come un Babbo Natale per le scale (non potevano prendere l’ascensore, che era anche a pagamento di 10 lire). Non lasciavano un buon odore, tra lo sporco che trascinavano ed il loro sudore. Avevano tutti una lisa tuta blu, grezza, con un cappellino che mi ricordava quello dei nordisti durante la guerra civile americana.C’era una bella differenza tra ieri ed oggi. Oggi passo accanto a loro ed annuso profumi costosi, ieri odore di cocce di cipolle ed aranci, ma ieri il problema monnezza non c’era, come non c’erano gli imballi, la plastica e gli sprechi. Oggi sì, ma è tutta più allegra e moderna.