Kremuzio

Come in un film di Bunuel


Vi ricordate la scena finale del film “il fantasma della libertà”? Quella con il primissimo piano della testa di uno struzzo mentre di sottofondo si odono grida e spari di una fantomatica guerriglia urbana? Beh, mi sembrava di aver vissuto questa scena ieri pomeriggio.Me ne sono andato sulle rive del Tevere, al solito posto, sotto i ponti, in un bell’angolo assolato, dove arrivano attutite le voci dei turisti, i rumori del traffico ed il vento freddino. In cambio ritrovi l’odore dell’acqua, le grida dei gabbiani ed i pensieri che si ritrovano liberi di rimbalzare tra le meningi.Mi siedo sull’argine e tiro fuori il pezzo di pizza. Osservo quel battello che ormai sono settimane che sta sbattuto addosso al ponte, osservato a vista da stuoli di vigili e protettori civili. Con la curiosità di sapere che cacchio stanno facendo. Sono giorni e giorni che li vedo sulla strada e sui ponti a fare la guardia a matasse di corde funi gomene pronte come Pecos Bill, a prendere al lazo la Luna, o puramente ad evitare che la carcassa si muova. Già pare che una sia affondata, e l’altra fracassata sui piloni chiude il 33% del flusso dell'acqua. Col risultato che la corrente sbatte e crea un vortice dalla parte opposta accumulando sabbia su cui stanno facendo il nido le anatre. E i gabbiani strillano.Ma ieri a coprire le urla dei pennuti ed il mio masticare pallido ed assorto sento delle cortesi esplosioni e dei fumi che si innalzano sopra i bastioni. Penso ai lacrimogeni e mi aspetto di sentire l’odore acre cipolloso che ti fa gonfiare gli occhi. Ma non arriva puzza o fumo. Solo mortaretti a fare da colonna sonora della protesta studentesca contro il ducetto di questo misero ventennio. Dalla mia prospettiva vedo le punte della bandiere che sfilano, il vociare degli slogan, i fischi ed il profumo del fiume. Anche il sapore della pizza al rosmarino, ma è tutta un’altra suggestione.Ho ancora un’ora e mezza di pausa… che faccio? Mi unisco alla protesta. Rifaccio di corsa le scale sporche di sabbia e rifiuti, attraverso il ponte bloccato da auto civetta e scorgo una marea di ragazzi variopinti sotto bandiere rosse che sventolano quel poco che concede loro il vento. Mi sento ringiovanire di 30 anni…Ma le differenze ci sono. I manifestanti urlano slogan diversi, e quelli più anziani sembrano tutti intellettuali. Indossano giacche di velluto hanno occhialetti tondi, sciarpa scura, non rossa, e giornali sotto il braccio. Gli studenti indossano capi firmati e sembrano una reclame di moda sportiva. Non tutti fortunatamente. Molti bevono birra e superalcolici. Un camion trasporta un carico di casse, nel senso di altoparlanti da discoteca, che emettono a palla musica da rave party. Molti saltano e mostrano lattine e bottiglie semivuote. Non sono molotov che si possono bere. Il DJ o quel che sembrerebbe il capo, urla sapientemente proteste e richieste a ritmo di musica. Penso a Jovanotti ma avrei voluto pensare a Claudio Lolli. Aspetto che si allontani perché quella musica non mi piace, e mi immetto anch’io nel fiume umano a dare la mia ingombrante, inutile presenza nel suo lento scorrere. Sono tanti, siamo tanti. La metà di loro fotografano, l’altra metà sembra si metta in posa. L’atmosfera è sorridente tra il “facciamo casino” e l’alticcio, ma lo scontento si taglia col coltello, e non c’è odio come vogliono farci credere. Anch’io tiro fuori una bottiglia, ma è mezzo litro di yogurth greco da bere, anche se una birra me la farei volentieri. Nessuno rolla canne o passa spinelli accesi. Strano. Tiro fuori il cellulare e scatto qualche foto anch’io. Purtroppo non ho dimestichezza col bluetooth e le immagini rimangono nella memoria telefonica e spero non marciscano.Mi faccio l’ora e mezza che mi rimane prima di timbrare il cartellino pomeridiano, a guardarmi intorno, a sentirmi parte del branco, a manifestare bonariamente. Arrivano le voci di quanto accaduto in parlamento dove continueranno ancora a "non fare". L’elicottero fa rumore antipaticamente sopra i palazzi, sopra le nostre teste. Qualche ponte dopo giro a sinistra ed oltrepasso il fiume avvicinandomi all’ufficio. Non c’è traffico, sembra un sogno con pochissime auto. La gente cammina o va in bicicletta. Sono in pochi a lamentarsi tra quelli che incontro e la maggioranza di essi inveisce contro la maggioranza degli altri ed i venduti che si sono prostituiti all'utilizzatore finale. Forse stiamo sulla buona strada.Il battello oggi è ancora laggiù addossato al pilone. Coloro che lo osservano poggiati al parapetto fanno alacremente il loro lavoro pronti a qualcosa che non so, come nel "deserto dei tartari". Il traffico è tornato lo stesso prenatalizio. Nessun elicottero, ed il film di Bunuel ha già da tempo mostrato i titoli di coda. http://www.youtube.com/watch?v=KCt9EY1Q97U&feature=related  dal minuto 10 in poi…