Kremuzio

Dancing geek to geek


Torno a casa ieri sera e mi trovo in cassetta delle lettere l’ultima copia di Wired, rivista a cui sono abbonato. L’offerta di abbonamento era troppo ghiotta per non accettarla, ed il risparmio era provocante. Certo che c’è la paura che qualcuno dalla mano lesta potesse ritirare la mia copia prima di me, ma finora non è accaduto. Erano decine di anni che non mi facevo un abbonamento. Quando ero ragazzino mi arrivava Storia Illustrata, poi una ventina di anni dopo iniziai a ricevere Le scienze. L’abbonamento a Penthouse mi sono sempre vergognato di sottoscriverlo a causa del portiere marchigiano bigotto.Allora mi convinco a fare quest’ultimo l’estate scorsa a causa di alcuni buoni articoli letti con i piedi a mollo prima della prima secca. Purtroppo non tutti gli articoli sono belli, ma nella media ci si può stare, quando riesco a capirli.Una volta tra le mani la rivista ancora plasticata, appena tornato a casa, autosimulo stimoli intestinali improvvisi, coliche terribili e mal di pancia galeotti per potermi rinchiudere in bagno, mio posto di lettura preferito.Strappo con libidine la plastichino trasparente e tocco la copertina. Ogni volta c’è qualcosa di differente come costituzione: L’altra volta al tatto sembrava una specie di pelle di serpente malato, e faceva un po’ di impressione a toccarla, tanto da lasciarci la plastica sopra per non rabbrividire durante la lettura. Stavolta voleva simulare una copertina di un libro, ma appena apri la prima pagina questa si rompe rovinandomi il valore della collezione, un giorno volessi rivenderla quando diventerà vintage. Sfoglio la carta patinata. Non ci sono donne nude, per cui mi soffermo solo su alcune belle illustrazioni di macchinari o sui titoli che non capisco ad una prima occhiata. Li leggerò a puntate ogni volta che andrò al bagno nei prossimi giorni. Non avrò fretta.Ma ci sono delle cose che mi fanno letteralmente arrapare di rabbia (se si può dire). Tanto per cominciare qual è il target di lettori? Loro li definiscono Geek. Ma cosa vuol dire? Mi faccio una ricerca in questo momento. Allora si pronuncia Ghik e potrebbe essere un termine dispregiativo. Io pensavo fosse uguale a Nerd, ma questo è troppo dispregiativo nonostante i filmetti americani che venivano proiettati qualche anno fa. In pratica si tratterebbe di gente entusiasta della tecnologia, pronta ad acquistare tutte le novità, a caro prezzo. A me la tecnologia piace dal punto di vista storico, mi piace lo svilupparsi delle idee, le soluzioni alle esigenze giornaliere, ma quella che è la tecnologia come viene intesa da costoro, proprio no. Ci sono alcune classifiche di prodotti in vendita, dai nuovissimi a quelli un po’ meno freschi, alcuni di culto, altri perfettamente inutili ma di buon design. Ovviamente i telefonini sono i più apprezzati. Io li odio. Tutti i modelli di smartphone sono costosi, fanno tutto, basta scaricare le apps a pagamento (poca moneta in verità) ma sembra che se non ce l’hai sei fottuto. Ci sono, lo ammetto, cosette simpatiche, tipo il ventilatore senza pale che fa un getto continuo di aria fresca, problema che mi ero posto l’estate scorsa, ma pagarlo mezzo milione delle antiche lire è uno sproposito. Come per tutte le cazzatine di grido che vengono pubblicate con roboanti descrizioni tanto per coprire la loro inutilità.Ma in fin dei conti alcuni articoli sono ottimi e mostrano punti di vista su particolarità tecnologiche o sul “dove andremo a finire se…” che possono essere illuminanti in ottica futurista se non fossero spesso frutto di immaginazione troppo fertile e visionaria, se non eccessivamente ottimista. Per uno che col telefonino ci telefona potrebbe essere meglio leggere altre riviste invece di wired, in quanto non comprerò mai un tv da 5000 euro o un pelapatate da 200, seppure molto geek.Darei un consiglio alla redazione italiana, così per farmi un favore, di inserire un bel paginone centrale con una bella signorina reduce da Penthouse tanto per giustificare il fatto che mi legga la rivista al bagno quasi di nascosto.