Kremuzio

Le streghe non sono tornate


Per cui dovremmo tremare per altro. Ma se tornassero sul serio? Ormai come figura streghesca positiva è rimasta la befana, e ci dobbiamo accontentare. Ma perché?Nelle tradizioni contadine, ad un certo punto la si brucia. Se lo facessimo in città arriverebbe di corsa la polizia e poi i pompieri, e si parlerebbe di attentato. Le streghe che volano nelle notti magiche che in vari momenti dell’anno scandiscono vecchi ritmi campagnoli, alla fine corrispondono tutte ad uno stereotipo di donna vecchia, simbolo del vecchio, appunto, del passato, di qualcosa che deve rinnovarsi. Ma chi prende il posto di questa figura una volta che compie il suo dovere di portare doni? Non è come Santa Claus che rimane tale per sempre, rinchiuso al polo nord, a lavorare tutto l’anno, seppur aiutato da stuoli di piccoli lavoratori. La logica pratica ci suggerisce che non può fare tutto da solo, nella costruzione dei giocattoli, ma il trasporto e la consegna sì. E la Befana? Li costruisce lei i giocattoli o li compra dalla fabbrica del pancione vestito di rosso? E se ci impiegano un anno a costruire i giocattoli per il 25 dicembre, come fanno a riattivare la produzione e terminarla in un paio di settimane scarse?D’accordo, non è più come una volta quando i regali si ricevevano solo il sei gennaio, e la vegliarda aveva tutto il tempo per la fornitura. Concorrenza. Non vorrei essere nei panni sdruciti della nasona volante. Però mi dicevano anche che era aiutata dai befanini, ma non so come, in quanto era sicuramente lei ad introdursi nelle impervie tubazioni delle cappe della cucina (non ho mai avuto caminetti, mi dispiace per lei).Altro particolare interessante è il suo mezzo di spostamento, antico ed autonomo. La scopa di saggina che ha un mucchio di interpretazioni magico-simboliche. Partiamo dal simbolo fallico. Il manico lungo e consumato che viene montato in una maniera un po’ sgraziata. Non si capisce se per stabilità o comodità, al di sotto della gonna che dicono sia lurida. Come Harry Potter, che però usa la scopa in una maniera sportiva e non turistico-lavorativa.La scopa sembra essere il quid di tutta la questione, a ben analizzare. Secondo la tradizione, mettere una scopa fuori della porta di casa, protegge l’abitazione dalla negatività. Motivi ingenui. La strega o gli altri essere negativi che volessero entrare si soffermerebbero a contare i fili di saggina e non passerebbero la soglia. In fisica c’è quella storia dell’elettrostatica. Dalle punte scivolano via le cariche elettriche e creano un vento ionico. Se colleghiamo un generatore di alta tensione continua ad uno spillone, sentiremmo un po’ di venticello crearsi da esso ed un odore di ozono. In teoria è una specie di motore a reazione elettrico. Simile ad un moderno motore a ioni. Chi non ricorda quell’esperimento del mulinello elettrostatico che si faceva a scuola? Una svastica affilata che ruota su sé stessa. La scopa della befana quindi funzionerebbe con l’energia elettrica? E dove avrebbe la batteria ed il generatore d’alta tensione? Interessante.Un secondo interrogativo è relativo alla postura. Avete presente Audrey Hepburn in lambretta nel film “Vacanze romane”? Mica sta seduta a gambe larghe, ma come un’amazzone, gambe chiuse e da una parte. Scomodo e sbilanciato modo di sedersi. La Befana no. E potrebbe anche significare qualcosa di sessuale che non mi metto ad approfondire su queste caste pagine elettroniche, ma ci siamo capiti… Ed in tanti anni non ha cambiato mezzo di locomozione, in uno più comodo come una slitta o una carrozzella, che sarebbe più indicata per la specie ed il rango. Questione di agilità, consumi inferiori o affezione?Ma ho paura che alla fine, se continuassi con queste speculazioni, uscirebbe fuori il concetto antropologizzato della Befana come trucida assatanata dissipatrice di cariche elettrostatiche. Però a questa gagliarda vecchietta voglio comunque tanto bene, anche se non mi porta più giocattoli da tanti, troppi anni…