Kremuzio

Un grande uomo raggiante


Ho trovato un bellissimo libro sulla storia dei “raggi” o meglio sulla scoperta delle varie radiazioni elettromagnetiche. Un po’ datato, a volte ingenuo, ma interessante per certi versi, riguardo la storia ed i retroscena di alcune scoperte scientifiche. Ha una cinquantina d’anni, e non tiene conto di alcune recenti vicissitudini e prese di posizioni nel campo della fisica, ma racconta alcune storie che andrebbero conosciute. Come ad esempio quella della scoperta dei raggi X.Il 9 gennaio 1896 sul giornale di Wurzburg (Germania) pubblica in una breve nota che “un certo signor Rautgen di Vienna aveva scoperto una luce capace di produrre fotografie traversando legno, carne e la maggior parte degli altri oggetti materiali”. Nessuno sapeva chi fosse questo Rautgen, ma lo scoprirono più tardi, capendo anche che non si trattava di uno scherzo qualsiasi e neanche di un rabdomante che vedeva faglie sotterranee, ma una vera e propria scoperta di un serio professore tedesco. Si descrisse una “luce” che attraversava i muri, di raggi che consentivano di vedere le cose più lontane, di “occhiali Röntgen” mediante i quali nulla poteva rimanere nascosto all’osservatore. Ovviamente i giornali umoristici non mancarono di impossessarsi dell’argomento, ed una fabbrica londinese giunse ad offrire biancheria resistente ai “raggi X” come questi venivano chiamati.Una rivista di elettronica “The electrical world” scrisse addirittura “la scoperta è minacciosa per l’umanità: la vita privata ha cessato di esistere, dato che ora è possibile fotografare attraverso i muri”; ed il serio organo della stampa di Londra “The Pall Mall Gazette” rincarò la dose aggiungendo: “E’ superfluo perdere parole per condannare la bassezza della cosa. Tutte le nazioni civili dovrebbero unirsi per distruggere ogni pubblicazione sui raggi Röntgen, e sopprimere tutti coloro che abbiano a che fare con questa invenzione”. Una visione abbastanza chiara dello sgomento creato dall’ignoranza, diffuso a via stampa.Ricordo un’estate, tanti anni fa, quando durante la villeggiatura, facendo parte di un gruppo di buontemponi, ci mettemmo a terrorizzare le ragazze del luogo, sfoggiando un paio di occhialoni da sole dove sopra scrivemmo chiaramente “raggi X”. Era il periodo in cui sulle rivistacce si vendevano un tipo di occhiali che promettevano di scrutare sotto i vestiti delle ragazza, cosa alla quale nessuno di mia conoscenza aveva mai abboccato, purtroppo, lasciandoci tutti nella curiosità.Ma il divertimento era assicurato sfruttando la credulità popolare, come cent’anni prima. Girando sulla spiaggia e fissando i corpi abbronzati che le poverette pensavano coperte da bikini, fingevamo di vedere tutto, ed esse si coprivano le parti “coperte” con le mani, come nella Venere di Botticelli. Da farsela sotto dalle risate mentre fuggivano inutilmente dai nostri occhiali a raggi! Penso che se lo facessi ancora, troverei persone disposte a caderci!Ma torniamo al nostro.Era un granduomo. Professore di fisica in varie università, da anonimo docente raggiunse una fama internazionale, rimanendo un ricercatore puro, uomo modesto che non si preoccupò mai di vantaggi per sé. Quando i rappresentanti della potente AEG gli fecero la proposta di sfruttare industrialmente la sua scoperta insieme a lui, e gli parlarono di brevetti, Röntgen si agitò replicando “brevetti? Io non ne voglio; io non ho inventato i raggi X, che appartengono a chi li adopera. Leggano i miei scritti , coloro che vogliano fare indagini ulteriori. Del resto io penso, come vuole la buona tradizione dei professori tedeschi, che le mie scoperte sono fatte per l’umanità, e non debbono essere riservate mediante brevetti a singole imprese…”.Rinunciando ad ogni privativa, Wilhelm Conrad Röntgen rese possibile alla tecnica uno sviluppo senza precedenti riguardo le applicazioni della sua scoperta. Rinunciò al denaro, che gli avrebbe fatto di certo comodo, ma in cambio ricevette una enorme messe di onori. Fu il primo a ricevere il Nobel per la fisica, nel 1901, ed soldi ricevuti li diede all’università di Würzburg. Ma si rifiutò di fregiarsi del titolo nobiliare conferitogli dal re di Baviera, tralasciando di firmare la registrazione che avrebbe reso esecutivo il provvedimento. Morì nel 1923. Ogni volta che ci facciamo una lastra, pensiamo a lui, inviandogli un pensiero riconoscente, come si conviene ad un grandissimo uomo.Io, inoltre, penso anche ai miei finti occhiali con i quali ho passato un’estate da sballo, tanti anni fa :)