Kremuzio

Redrum


Sono ormai 30 anni dall’uscita nelle nostre sale del film “Shining”, un’opera assolutamente fantastica seppur tratta da un libro a mio dire mediocre. Pochi effetti speciali, a parte l’uso geniale delle cineprese di nuovo tipo, le steadycams che in alcune scene, hanno reso la paura come qualcosa di tangibile ed immersiva.Ci sono alcuni momenti ben precisi in cui i brividi ti prendono a tradimento, e non sono quelli in cui vedi mostri o cadaveri spolpati o ferite aperte. Il terrore è molto più mentale.A partire da quando entri nell’enorme albergo. Ma che bello, ci metterei la firma per starmene in un ambiente simile, isolato dalla neve, con la macchina da scrivere e tanta carta bianca. Un sogno vero e proprio, isolato dalla neve, con solo una radio ricetrasmittente, niente telefoni, e le celle frigorifere piene. Sarebbe il paradiso di chiunque abbia velleità scrivane e poca voglia di stare in mezzo alla gente. Anche se ci fossero i fantasmi. Quelle stanze vuote, illuminate freddamente, quei bagni in marmo ampi ed umidi, quei saloni con luci riflesse dal basso ai cui banconi puoi parlare con te stesso, specchiarti e magari dialogare con un barista immaginario. Manca la musica però, solo i riverberi e gli echi dello spazio vuoto, ed i suoni che non siano quelli della mente e quelli delle urla di terrore.Chi di noi non ha ripercorso i lunghi corridoi con il triciclo, e corso senza fatica tra le porte delle stanze chiuse, con i numeri in successione. E cosa abbiamo pensato quando dietro la curva ci sono apparse le due gemelline che si davano la mano e ci stavano aspettando? http://www.youtube.com/watch?v=sffVJEE2ZBEA quanti di noi avrebbe fatto piacere vedere una porta aprirsi da sola ed invitarci ad entrare. Se poi all’interno ci fosse stato uno spettacolo agghiacciante, meglio. Non sono pazzo, per ora, la vita è una cosa, la fantasia un’altra. Ma cosa potrebbe scatenare la pazzia omicida di Jack? "All work and no play, makes Jack a dull boy". Potrebbe essere lo stress da lavoro o la sindrome della pagina bianca? Come Snoopy, ma molto più in guerra col cervello, altro che Barone Rosso. Ed in quel cervello entra qualcosa di strano. Il fantasma dell’assassino? Il mostro della solitudine? La consapevolezza che quella non era proprio la vita desiderata?E si diventa mostri, come tanti. E qualcosa scatta nella mente di tante persone, da sempre, ed eccole che uccidono i figli, le consorti, quanto si interpongano tra la finta felicità e la vera noia. Ma quanti di noi sarebbero diventati mostri o dementi se avessimo visto uscire da un ascensore un’onda anomala di globuli rossi?Il segreto di una vita tranquilla è anche quella di non avere asce a portata di mano, o labirinti di siepi in giardino. O porte sottili del bagno. Kubrick lo sapeva bene come incutere timori dalle immagini, dai silenzi, dagli echi. Dalle luci che vengono dal basso, dalla fotografia. E come farvi impazzire insieme al protagonista. A me viene in mente David, nelle scene finali di “2001” quando invecchiato, mangia solitario in quella stanza con i mobili stile impero, col pavimento illuminato, con le statue, con la sedia che fa rumore quando la tiri indietro, con le posate che tintinnano, con lo sguardo rugoso che ti fissa. Forse anche lui aspettava l’ispirazione per scrivere qualcosa.Anche a me capita ogni tanto, come adesso, ma ora mi sento l’ispirazione per scrivere qualcosa finalmente:il mattino ha l'oro in bocca  il mattino ha l'oro in bocca   il mattino ha l'oro in bocca    il mattino ha l'oro in bocca     il mattino ha l'oro in bocca      il mattino ha l'oro in bocca       il mattino ha l'oro in bocca        il mattino ha l'oro in bocca         il mattino ha l'oro in bocca