Kremuzio

Oh, c’è un’ultima cosa…


In questi giorni ricorre il 40esimo compleanno della serie televisiva “Colombo”. Chi almeno una volta non ha voluto vestire l’impermeabile spiegazzato e masticato dell’orbo tenente? Il problema è trovarlo nei negozi di vestiario, considerato che i trench non si usano più neanche a carnevale. Ma dovremmo chiederlo a lui, Peter Falk, visto che fu proprio l’attore ad acquistarlo prima delle riprese dell’episodio pilota del 1968. Non so a voi,ma per quanto mi riguarda, ogni domenica sera quando sono le 19:30 mi metto a vedere l’ennesimo episodio della serie. Ormai so a memoria quasi tutte le battute, ed ogni volta spero che ci sia un episodio che, per buona sorte, non abbia visto almeno 5 volte. Per me è una calamita fortissima, e non riesco a spiegarmi troppo il perché. Sarà per la simpatia del personaggio, trasandato e cocciuto, che sembra un perdente se solo giudicato con gli occhi televisivi, e come tale appare agli sfortunati assassini di turno.Ma cosa sappiamo del personaggio televisivo? A parte il fatto che è un cocciuto mastino che quando pensa che un tale, di solito ricco e famoso, sia colpevole, non lo lascia più. Gli rompe le scatole in continuazione cercando di farlo cadere in contraddizioni. Ed a lui i colpevoli appaiono come tali dalle prime battute. Noi lo sappiamo, almeno se non abbiano iniziato a vedere l’episodio in ritardo. All’inizio si vede subito, infatti, chi sia l’assassino, e quali procedure abbia adottato per nascondere le tracce o crearsi un alibi.Non ci sono spargimenti di sangue, all’inizio, come nei film anni 30, se si tratta di sparare una pistolettata, questo accade senza rinculo, come le schioppettate di Marlowe, e la vittima muore subito senza sofferenza. Mi piacerebbe vedere un episodio di Colombo diretto da Tarantino, giusto per capire la differenza. Ma basta stare attenti ai primi piani e si capirà quale è stata la mossa sbagliata dell’assassino, quale traccia lascerà nascosta per tutti ma non per il tenente.Los Angeles è la sede dei misfatti, una città pulita, abitata da riccastri, magnati, attori e professionisti. Non ci sono gli abitanti dei bassifondi, e se lo sono, si percepiscono come brave persone con il vizio del gioco o con in mano un bicchierino di quello forte.Forte meno del chili che il nostro consuma quotidianamente nei localetti economici dove sono tutti suoi amici. Nel piatto ci mette sempre una buona dose di peperoncino. Dopotutto lui è di origine italiana, ed ogni tanto lo ricorda quando si tratta di cibarie. Ma il chili è il suo piatto preferito. Ma che sappiamo di lui? Che ha una Peugeot del 57 o del 59 che non ha mai funzionato troppo bene per problemi al carburatore, visto come scoppietta quando parte o arriva. Ma il motore, a suo detto, è un orologio. Ha un cane, da un certo punto in poi, che è lentissimo, un bassethound  pigro e grasso che si chiama “Cane”. Ma lui come si chiama? Ha solo il cognome ed il titolo. Anche la moglie lo chiama per cognome. Il motivo non lo sappiamo, forse ha un nome terribile, o forse si chiama Frank, o dato che è di origini italiane, gli autori non si sono voluti avventurare nell’affibbiargli nomi che sarebbero potuti essere invisi al pubblico americano. Per cognome cosa di più classico e memorizzabile? All’inizio volevano chiamarlo Columbo, ma poi hanno deciso per il meglio. Se fosse un personaggio di oggi, non gli avrebbero messo in bocca quel mezzo sigaro economico ed a detta delle donne che incontra, puzzo lentissimo. Gli uomini invece, quelli ricchi, gli offrono degli avana costosissimi e di contrabbando che lui si gusta come un bambino con una barretta di cioccolata, ad occhi chiusi. In più non sa sparare…Le donne sono di solito gentili con lui, ed una volta una bellissima Faye Dunaway lo ha addirittura baciato ma non sappiamo se lui abbia fatto finta di starci per poi incastrarla, o aveva pensato di mettere un cornetto alla moglie.. Di certo, la signora Colombo, è una donna speciale. Chi più eterea di lei che è perennemente ed invisibilmente presente in tutti gli episodi? E’ sempre troppo occupata per farsi vedere, dalle opere di carità alla cucina, ai corsi di cucito. Come sarà fatta? Boh? Non sappiamo niente di lei come neanche dei superiori del poliziotto. Ma non è poi così importante come le voci che lo hanno doppiato, come l’occhio finto che segue in ritardo quello vero, come i microfoni che ogni tanto compaiono al margine superiore delle inquadrature, come il tormento che da ai colpevoli, prima punizione a base di “Oh, c’è un’ultima cosa…” e costoro sanno che non te lo puoi togliere dai piedi fino a che non avrai confessato. Ed all’ultimo c’è il colpo di scena, la truffa, la presa in giro, la trappola che scatta e nella quale l’assassino cade, anche il più intelligente che credeva di aver compiuto il delitto perfetto.