Kremuzio

Pup e Pus


Non sono due allegri pupazzetti, ma PUP vuol dire Programma Urbano Parcheggi, ed è la nuova fonte di nervosismo e lotta per chi vive a Roma. Del Pus sappiamo di cosa si tratta. E’ quella cosa gialla piena di batteri morti, ma in questo caso potrebbe essere il virus del programma. In pratica si tratta di un modo di far incazzare i cittadini di alcune zone di Roma, quelli che non sono così ricchi da acquistare un box sotterraneo a prezzi da strozzini. Perché è di questo che si tratta. Faccio l’esempio della mia zona. Non ci sono mai stati problemi di parcheggio in quanto ci sono strade grandi, con doppia fila di alberi in mezzo, sotto i quali parcheggiavano un gran numero di auto e i cani potevano fare due buche. Poi un certo giorno, senza avvertire, hanno recintato tutto lo spazio, ristretto la carreggiata a soli 4 metri, e ad un incrocio, creato una rotatoria così piccola che le auto non riescono a girare senza far manovra. Poiché c’è una scuola elementare, la mattina alle 8:30 con le auto che portano i bambini, si crea un caos pazzesco, ed il traffico che prima era normale, ora è bloccato. Per cosa? Mentre all’inizio avevamo un paio di centinaia di parcheggi gratuiti, alla fine avremo 80 box sotterranei che costano come appartamenti. E qualche posto auto che occuperà la carreggiata. Forse anche a pagamento. Qui i particolari http://nopup.splinder.com/Questi quartieri stanno diventando oscenamente incasinati. Si passa sopra a quelle che sono le esigenze vere degli abitanti, dei cittadini che non riescono a far valere i propri desideri. Che non sono quelli del parcheggio sotterraneo, ma della vivibilità, dell’aria pulita, degli alberi profumati ed ombrosi. Invece come ladri, la notte gli operai recintano, chiudono, scavano, distruggono spazi verdi, piazze, reperti archeologici sotterranei, senza dire niente. Magari se le rivendono sui mercati clandestini. Distruggono le radici degli alberi che sono lì da decine di anni, e questi cominciano a morire. E non puoi fare niente. Questo ti da’ più fastidio, il fatto che tu sia passivamente sottoposto ad ingiustizie senza che te l’abbiano chiesto. Stamattina ti trovi uno scavo in più che ieri sera non c’era. Ed è in questo modo subdolo di lavorare che capisci che non c’è chiarezza, e che c’è il dolo, altrimenti vedresti gli operai, i capocantieri, i macchinari. E’ tutto nascosto, ma non perché si vergognano. Un ladro non si vergogna: è audace, è subdolo, violento, nascosto ma presente, e la mattina ti accorgi di essere stato svaligiato, violentato nell’animo.E combatti a forza di marche da bollo, e perdi tempo e voglia perché capisci che è tutto ben congegnato per sfiancarti, e come Pietro Micca questi signori scavano e non te ne accorgi, ed un giorno salterai in aria metaforicamente, con il traffico aumentato, ed il verde diminuito, e la vivibilità umiliata tra alberi morti, strade rifatte e più strette, auto in seconda fila e l’aria che puzza.Come se dal Pup uscisse il pus, sotto forma di quanto di peggio una città ti possa dare senza che tu abbia chiesto, come un’infezione, una malattia che ti mostra gli scarti e ti fa rimpiangere quando stavi meglio e non lo sapevi.Chi ci guadagna da tutto questo? I soliti palazzinari riconvertiti al parcheggio? Il comune che riscuoterà tasse e strisce blu? Ed in cambio passerò dal vivere in un quartiere che era calmo, arioso, ombroso, profumato, al sopravvivere in mezzo ad alberi malati, palazzi che si riempiranno di più di una patina di smog, tante auto in eccesso che passano e che non trovano spazio. Ma in compenso avremo sotto una terra depredata di qualche vecchio tesoro archeologico, quel che resta delle radici di alberi che prima o poi cadranno sotto le spinte del vento o moriranno a poco a poco ingiallendo. Proprio come sta accadendo da mesi. Alberi morti, alberi gialli, come pus.