Kremuzio

Valori e plusvalori


Sono rimasto molto stupito ieri, ascoltando un’omelia nella quale il sacerdote, riferendosi a quella fatta dal parroco del paese della povera Yara, azzardava comparazioni che hanno dell’incredibile.Accomunare il bestiale omicidio ad un sacrificio per la difesa della verginità, mi è sembrata una cosa esagerata, perché non la capisco, o non la voglio capire, forse?Si sente sempre dire che quando un ladro ti minaccia per avere i tuoi soldi, il tuo portafogli, la tua borsetta, o l’orologio, daglieli.  Non c’è nulla di più sacro della vita umana, sempre secondo la religione e la nostra società occidentale. Ce lo diciamo sempre quando critichiamo quel che accade nei paesi dell’est o dell’Africa, durante le scorribande di maledetti che uccidono nei modi più selvaggi e stuprano donne e bambini. Siamo subito pronti a criticare e condannare, giustamente. Ma la vita è più sacra della verginità, o no?La storia di santa Maria Goretti mi ha sempre fatto meditare. Perché è una di quelle cose che si fa fatica a comprendere. Nel fatto in sé, sembra tutto semplice. Ambiente rurale, una bella ragazzina ed un bruto che se ne invaghisce. L’educazione cattolica e l’indole della fanciulla la porta a negarsi alle richieste di rapporto sessuale del 19enne Alessandro Serenelli, suo vicino. L’ambiente era quello delle campagne prima delle bonifiche fasciste, ancora insalubri e malariche, dove il rapporto tra uomini e donne era di 4 a 1, e queste ultime erano guardate a vista dai propri parenti. La sessualità doveva essere quella vissuta nel matrimonio, e tutto ciò che esulava da questo stile di vita, nelle classi più ignoranti, era trattato come lussuria e peccato mortale. Anche danzare era peccato, mentre la masturbazione ti mandava dritto all’inferno senza passare per il via. Il fatto di violenza probabilmente era dettato proprio dalla repressione dei costumi e della vita sessuale, ma non posso pensare che la bambina fosse consapevole del fatto, se non come una convinzione inculcatale dalla famiglia e voluta dalla Chiesa. E il “sacrificio” viene usato come esempio della purezza da seguire nelle classi meno abbienti, mentre i ricchi ed i nobili si passavano la sifilide come se fosse un vanto ed un biglietto da visita, nei postriboli di lusso. Ma i poveri dovevano solo far figli per dare braccia e soldati alla patria.Nel 1950 ecco la canonizzazione della bambina, per sottolineare, in un momento di ripresa della vita normale nel dopoguerra, come i valori andassero rispolverati e seguiti da una società che si faceva più rilassata e gaudente al ritmo del rock&roll peccaminoso proveniente da oltreoceano.  L’esempio della santa bambina pare che nel tempo abbia fatto altre 3 martiri, tre ragazzine che per non essere violentate si sono lasciate uccidere dai loro assalitori. Ma i tempi sono cambiati. Ora alcuni genitori spingono le figlie nelle fauci dei mostri, a patto che portino a casa i soldi, tanti, o anche, preferibilmente, un incarico politico.  Questo diceva il sacerdote ieri, di quanto sia importante rispolverare i valori che non siano quelli diabolici e materialistici di oggi. Un esempio da seguire quello di Yara? Spero di no. Non penso che per i genitori sia meglio una figlia massacrata di una viva ma ferita nel corpo e nella mente. Ma i ragionamenti sono difficili, specie in un’ottica religiosa. Ma è sempre la religione che ci convince di quanto la vita sia sacra, al punto di rifiutare il funerale religioso, e addirittura a scomunicare il suicida. E per chi sceglie l’eutanasia? Praticamente lo stesso. Ma il martirio non è un suicidio? Lasciarsi uccidere per mano di un assassino per salvaguardare la propria integrità non è un atto contro la sacralità della vita? Povera ragazzina, sfortunata al punto di essere sacrificata non solo sull’osceno altare del desiderio insano di un pazzo, ma anche su quello di coloro che vogliono trasformare la voglia di vivere e non soffrire, nel desiderio di martirio.