Pazzo è Puro

Fast-food esistenziale


Così dal nulla, mi ritrovo seduto in un fast foodIndaffarato tra carte e cartonciniA pensare in silenzio a quanti inferni Son mai sopravvissuto...Probabilmente non più di quantiNe abbia superati chiunque altro,Ma io ricordo in particolare i miei...Sopravvivere ai casini è cosa da tutti i giorni,Uscire sani e salvi da tutte le battaglieGioventù, maturità, donne, ospedali, gente Che se ne va, mani sul viso, calci sulle palle,Balli intorno al fuoco e migliaia di cose senza importanza...Ora, nel fast food della grande stazione,Nella grande città, ho questa strana sensazioneDi vuoto e inutilità, di merda e di schifo......Oggi ho comprato un libro di cui Non mi fregava assolutamente nulla, ma l'ho compratoSoltanto perché ho trovato scritto a manoIl pensiero di una battaglia, di un ragazzoE della sua donna nella grande città, Un pensiero che taglia e che fa più o meno”Posso scrivere i versi più tristi questa notte...La voce, il corpo pallido e quegli occhi infiniti...”...e...Ora come allora, mi ritrovo seduto in un fast foodIndaffarato tra coca e patatine,A pensare in silenzio a quanti inferni Son mai sopravvissuto...Probabilmente non più di quantiNe abbia affrontati chiunque altroMa io ricordo in particolare i miei e fanno male...(E a volte tutto è nero, e a volte voglio uccidermi,E a volte voglio uccidere proprio te,E a volte mi ritrovo risucchiato nella crudeltà diUna ossessione che impallidisce nel mio visoE cammino come ipnotizzato verso il pontePiù alto che troneggia sulle valli di madama Angoscia,Ma questa è un’altra storia...)E passo in rassegna combinazioni del cazzoDi pensieri del cazzo che con un soffio svaniscono,Ma c’è qualcosa che gira gira gira e non si ferma più,Qualcosa che ha preso vita per non fermarsi piùE nell’estasi mi blocca nella sua irresistibile musicalità...E anche io ho delle colpe che non posso eludere,E anche tu hai delle colpe che non puoi eludere,E tutti quanti abbiam colpe che non possiam eludere...A volte mi chiedo se è vero che non credoA volte rivedo me stesso da quando son nato fino a ieriMi rivedo in ciò che è stato e che non è stato,E la notte il pensiero, già nel fast food, penetra Nella mia intimità, si insinua lentamente,Dolente strisciante ardente, come veleno logorante,Svela i veli della mia sensibilità...E la traspirazione aumenta, la respirazione si faAffannosa...E senti che l’incantesimo si spegne poco a pocoCon la vaga decadenza di un corpo che si abbandona...13-14/12/07