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cooperazione internazionale
da aprile del 2006 a marzo 2007 ho avuto la possibilità di lavorare con un'associazione dominicana, Oné Respe, che opera nelle baraccopoli di Santiago e di Haina in Repubblica Dominicana. Durante questo periodo ho scritto su questo blog ciò che vedevo e osservavo, qui trovi i post più rilevanti in ordine cronologico. LEGGI TUTTI I POST I miei Blog AmiciMenuCitazioni nei Blog Amici: 42 sto leggendo
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Cernusco e lo sport in Repubblica Dominicana
Post n°337 pubblicato il 29 Agosto 2006 da kudablog
Era gennaio 2005 quando, nell’ultimo giorno di permanenza in Repubblica Dominicana vengono avvicinato da un gruppo di giovani con cui avevo giocato una partita a calcio l’estate prima. Mi consegnano una lettera. Mi trovo in una delle baraccopoli di Haina, città povera vicino a Santo Domingo, qui l’associazione Onè Respe, che opera da diversi anni in comunità povere, ha un centro di salute e due scuole comunitarie, oltre a un programma per il rispetto dei diritti umani. La lettera racconta di una squadra nata dalla volontà di alcuni giovani delle baraccopoli di dare un’altrernativa alla violenza e all’alcool ad alcuni coetanei e che ha riscontrato così tanto successo da aprire anche una sezione giovanile ed una femminile. Le esigenze sono tante (scarpe, palloni, divise, soldi per le trasferte) perché c’è il desiderio di uscire dal ghetto, dalla baraccopoli, per poter dimostrare anche attraverso lo sport di aver diritto ad una vita normale, riconosciuta. Il calcio è praticato in Repubblica Dominicana, terra del beisbol (dal nome americano, ma dalla grafia spagnoleggiante), solo dagli immigrati haitiani che lo vedono anche come un modo per conservare un ricordo vivo della propria cultura. La richiesta è chiara: si cerca un supporto economico. Riparto per l’italia. Presento la lettera ad alcuni amici e pronta appare il sostegno da parte della Nuova Cooperativa Agricola Cernuschese, del Kem Kogi, di Rizzo&Rizzo e di alcuni privati che hanno la possibilità di recuperare magliette e materiale sportivo. Ma sopprattuto nasce l’idea di gemellarsi con la Polisportiva GSO Paolo VI. Nel frattempo Onè Respe organizza una serie di incontri con i giocatori della squadra dominicana, i giovani si integrano del progetto di nueva masculinidad (dove si cerca di promuovere un modo di essere uomini ma non violenti), le donne partecipano ad una serie di incontri sulla prevenzione di malattie come l’Aids e la tubercolosi, mentre i bambini, molti dei quali studenti nella scuola di Onè Respe, presentano il loro sport preferito ai compagni dominicani. L’esperimento funziona, attraverso lo sport, che richiede un impegno costante (gli allenamenti sono tre volte alla settimana), si sta aiutando un gruppo ad organizzarsi, ad essere più cosciente delle proprie possibilità e più responsabile verso la propria famiglia e la propria comunità. Ma non finisce qui, la voce si diffonde e anche nelle altre comunità dove lavora Onè Respe i giovani cominciano ad organizzarsi in squadre di calcio: cercano un campo disponibile, fanno collette per comprarsi i palloni e incominciano gli allenamenti regolari. Torno nuovamente in Repubblica Dominicana quest’anno, ora è tempo di mondiali e la febbre per il calcio si sente anche da queste parti. Eurofly (che spesso appoggia Onè Respe con facilitazioni nei voli), partner della nazionale campione del mondo, regala due magliette originali del capitano, che fanno felicissimi i giocatori (le magliette sono state utlizzate come momentaneo trofeo di alcune partite), il Consorzio Botteghe della Solidarietà dona tre palloni del commercio equosolidale, fatti in pakistan, passati dall’italia e che qui completano il giro dei continenti (è difficile trovare del materiale buono in Repubblica Dominicana) e la polisportiva GSO con il Kem Kogi decide di donare parte dell’incasso della marcia del primo maggio alle attività di queste squadre. A giugno in Haina organizziamo una bellissima giornata con tutte le squadre, approfittando anche del pomeriggio piovoso per concederci un momento di riflessione sull’importanza di essere gruppo, e di essere gruppo in una comunità bisognosa. E per il 27 agosto abbiamo previsto il primo Torneo di Calcio di Onè Respe, per l’occasione facciamo costruire da un fabbro due porte da calcio. Purtroppo il tempo non ci assiste e a causa dell’uragano Ernesto dobbiamo rimandare il tutto a Settembre, ma non è un problema. Il bilancio, ad un anno e mezzo di distanza, è molto positivo: abbiamo comprato, sempre con la contribuzione dei calciatori che si son fatti carico di parte delle spese, scarpe da calcio, divise, palloni e due porte, oltre a consegnare le magliette e le scarpe arrivate dall’italia; tre gruppi di uomini si riuniscono regolarmente per ragionare sui loro atteggiamenti in famiglia, sul lavoro e nelle comunità; molte persone hanno avuto la possibilità di partecipare ad incontri di prevenzione di malattie e si stanno organizzando in gruppi di promotrici di salute. Con tutte le persone che Onè Respe ha raggiunto attraverso il calcio si sta lavorando per la regolarizzazione della loro posizione di immigrati (gli haitiani sono spesso senza documenti) e li si accompagna in caso di necessità mediche. E adesso si sta pensando ad una squadra di pallavolo. Tutto è partito da una lettera, ma è stato possibile grazie all’aiuto delle persone che hanno risposto al mio appello e di Onè Respe. Grazie.
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