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cooperazione internazionale
da aprile del 2006 a marzo 2007 ho avuto la possibilità di lavorare con un'associazione dominicana, Oné Respe, che opera nelle baraccopoli di Santiago e di Haina in Repubblica Dominicana. Durante questo periodo ho scritto su questo blog ciò che vedevo e osservavo, qui trovi i post più rilevanti in ordine cronologico. LEGGI TUTTI I POST I miei Blog AmiciMenuCitazioni nei Blog Amici: 42 sto leggendo
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caffè: inquinamento e sfruttamento
Post n°406 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da kudablog
vivendo in un punto in cui la montagna dei contadini si incontra con la città dei commercianti posso osservare alcune dinamiche di sfruttamento giornaliere. Nelle montagne intorno a Santiago si coltivano platano, banane, frutta in genere, legumi, cacao e caffè. In questo periodo si è appena conclusa la raccolta del caffè. Per giorni si sono visti contadini scendere dalle montagne per vendere il proprio caffè ai commercianti che si incaricano di pulirlo, tostarlo e venderlo ai mulini per la macinazione. I contadini vivono in case senza luce e corrente elettrica, coltivano la terra ogni giorno dell'anno e devono organizzarsi in gruppi per poter effettuare la raccolta prima che i prodotti marciscano. Una volta raccolto il caffè lo caricano sui muli e arrivano fino al margine della città (due-tre ore di cammino) per venderlo. Chi lo compra lo paga praticamente nulla, basti pensare che nel 2003, il prezzo della qualità arabica sul mercato internazionale era di 40 dollari per cento libbre, meno della metà dei costi medi di produzione (circa 90 dollari). L'utilizzo di insetticidi chimici nelle coltivazioni e la struttura delle fabbriche per la lavorazione del caffè provoca l'erosione del terreno, la distruzione della biodiversità, l'impossibilità di usare il legno, l'inquinamento dell'arie e delle acque. Vicino a casa mia sorge una fabbrica di lavorazione del caffè. Alcune mattine sento i miei vicini svegliarsi dicendo: "è davvero forte Ulisse - il proprietario della fabbrica - è riuscito a portare la nebbia in Repubblica Dominicana". Ed è veramente così, perchè i fumi che escono da questo mostro di lamiera impestano l'aria per quasi mezzo chilometro diffondendo un odore a polvere bruciata che rende difficile la respirazione. Sulle persiane bianche delle case in pochi minuti si forma un dito di sporco nero ed appiccicoso e non oso pensare cosa entra nei polmoni. Varie ricerche hanno mostrato come l'inquinamento dell'aria abbia conseguenze disastrose sui bambini, ritardandone la crescita, creando problemi nello sviluppo ed indebolendo le difese immunitarie. Delle acque meglio non parlarne, se non adeguatamente trattati i rifiuti del caffè sono altamente tossici e rendono i fiumi dei corsi d'acqua morti. Ecco cosa si vede per 24 ore al giorno, per circa tre mesi all'anno, dalla strada a lato di casa mia:
la domanda è: ma il caffè porta davvero ricchezza in questi posti o è un effetto aggiuntivo dello sfruttamento dei paesi ricchi su quelli più poveri? e sapete che il caffè non è neanche originario delle americhe? è stato importato, probabilmente dall'Etiopia dagli europei vogliosi di bersi dopo pranzo questa bevanda nera, senza però doversi far carico delle conseguenze negative che comporta la sua coltivazione e lavorazione. Pensateci bene quando comprate un sacchetto di caffè e fate in modo che almeno sia del Commercio Equo e Solidale che lo paga ai coltivatori, in media, tre volte di più delle multinazionali, magra consolazione per chi si sta avvelenando la vita. con mio grande piacere questo articolo è stato pubblicato su BlogMagazine
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