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Haiti: un presidente alle prese con la ricostruzione e con la sua debolezza


Dieci giorni fa Martelly è diventato ufficialmente presidente di Haiti, ma riuscirà a gestire la nazione verso una ricostruzione guidata dagli haitiani e non solo da organismi esteri?In primo luogo Martelly deve fare i conti con un Parlamento in cui la maggioranza è detenuta dal partito dell'ex presidente Preval, il cui genero, candidato alla presidenza, è stato escluso dal ballottaggio per blogli dopo le proteste proprio di Martelly. Venerdì scorso, però, sembra sia arrivata una prima mediazione con la nomina a primo ministro dell'uomo d'affari Gerard Rouzier, dirigente della maggiore compagnia di autonoleggio.I problemi ad Haiti, però, al di fuori dei palazzi della politica, rimangono tanti, e la situazione è incandescente. i fallimenti di molti interventi internazionali stanno esasperando gli animi e episodi come l'incendio doloso al mercato comunale di Gonaïves potrebbero intensificarsi. La popolazione è stanca, al disastro del terremoto si somma la paura per il colera che potrebbe riprendere forza con il via della stagione delle piogge e l'arrivo delle prime inondazioni, come quella che ha colpito la zona di Malpasse al confine con la Repubblica Dominicana che ha lasciato la principale via di comunicazione tra Santo Domingo e Port-au-Prince in pessime condizioni.Le istituzioni locale sono indebolite, spesso controllano bilanci che non possono competere con le somme delle grandi ONG o delle Nazioni Unite e devono più subire che concordare le scelte. L'amministrazione Martelly dovrà sbrogliare in fretta il nodo politico se vorrà diventare un'interlocutrice credibile per gli haitiani e per gli stranieri.