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Intanto nei Caraibi: Honduras, Haiti e Porto Rico


Mentre qui da noi parlava di vento che cambia in CentroAmerica sono avvenuti alcuni eventi significativi.
HondurasNel piccolo stato è rientrato l'ex presidente Manuel Zelaya cacciato dall'Honduras quasi 2 anni fa dopo il golpe del "nostro" Micheletti. Su questo blog si è molto parlato di quel fatto perchè è stato, si spera, l'ultimo golpe di una stagione che si pensava chiusa con gli anni '90. il 30 novembre del 2009, a delle elezioni alle quali non partecipò il blocco di sinistra, venne eletto Lobo, da allora le relazioni con molti stati della regione, Venezuela in testa, sono state molto tese. Il 28 maggio scorso Zelaya è rientrato in Honduras, scortato da Venezuela e Colombia, dopo che il 2 maggio erano state concellate le accuse contro di lui. Le richieste politich di Zelaya sono le stesse che gli costarono la presidenza, ovvero, la convocazione di un'assemblea costituente, solo che allora era a capo del partito liberale, di destra, ora del Fronte nazionale di resistenza popolare di sinistra. Domani l'Organizzazione degli stati americani deciderà se permettere il ritorno dell'Honduras all'interno dell'istituzione.HaitiUn recente rapporto dell'USIAD, l'agenzia governativa USA per la cooperazione, afferma che i morti susseguenti al terremoto del 12 gennaio 2010 a Port-au-Prince non sarebbero oltre 300.000 come finora sostenuto da tutte le fonti ma tra i 46.000 e gli 85.000. Questa notizia è stata accolta abbastanza freddamente dalla stampa anglosassone e dal Dipartimento di Stato USA ma potrebbe essere utilizzato in chiave strumentale per un progressivo disimpegno americano dalla regione. Fallita la strategia dell'occupazione militare per la resistenza dell'ONU e in particolare del Brasile a lasciare mano libera e fallita la strategia dell'influenzamento politico con l'esclusione del candidato preferito (Celestin), gli Usa potrebbero decidere di dedicarsi ad altro, soprattutto ora che il nord Africa richiede particolari energie.Porto RicoNella colonia americana si è registrato nell'ultimo mese un incremento di denunce contro violenze realizzate dalla polizia. Parte di queste provengono dagli immigrati dominicani che sembrano essere particolarmente di mira nell'ultimo periodo, altre sono eccessi di forza contro delinquenti comuni. Quello che però maggiormente preoccupa è l'impunita che sembra garantita ai poliziotti violenti. Per il 14 giugno si sta preparando una grande manifestazione per chiedere la fine dell'occupazione coloniale americana e l'indipendenza per l'isola.