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Scontro in vista tra presidente e parlamento ad Haiti


Un paio di giorni fa hanno arrestato all'aeroporto di Port-au-Prince un latitante, condannato per omicidio a 16 mesi di reclusione era evaso una prima volta, arrestato in Repubblica Dominicana, estradato ad Haiti ed evaso di nuovo. Ora si trovava a Parigi da cui aveva fatto sapere che non aveva problemi a rientrare ad Haiti trovandosi fuori dal paese in "missione" e non in fuga.Fin qui nulla di strano, se non che il soggetto in questione è Arnel Belizarie nonchè deputato haitiano. Come una persona evasa abbia potuto candidarsi e farsi eleggere in Parlamento se lo stanno chiedendo in tanti oggi ad Haiti, ma il punto è che il suo arresto potrebbe essere la scintilla che farà saltare i fragili equilibri dell'isola.Dobbiamo fare, infatti, un passo indietro. A fine 2010 si tennero le elezioni legislative e presidenziali, alle prime stravinse il partito del presidente uscente ma il suo candidato alla presidenza venne escluso dal ballottaggio e accusato di brogli. Risultà eletto Michel Martelly che però non ha una maggioranza in Parlamento. Dalla primavera ad inizio ottobre il Presidente ha inutilmente cercato di far accettare un proprio candidato a Primo Ministro dal Parlamento, ma quest'ultimo ha votato contro le prime due candidature.Finalmente il 5 ottobr si riesce a trovare una mediazione sul nome di Garry Conille, già referente per le Nazioni Unite del programma di intervento e ricostruzione ad Haiti. Su di lui si chiude un occhio sul fatto che non abbia risieduto gli ultimi 5 anni in Haiti, come prescrive la legge.La situazione di stallo sembra passata tant'è che si gioca anche una partita di calcio Presidente vs Parlamento in segno di riappacificazione. Ma l'incidente è alle porte: infatti, per una questione di fondi pubblici da destinare ai parlamentari Martelly e Belizarie, deputato dell'opposizione, si scontrano durante un evento pubblico. Mentre Belizarie si trova all'estero il Presidente della Camera viene informato che il deputato risulta essere l'evaso di cui sopra. Il suo arresto scatena le ira dei parlamentari che vedono leso il diritto all'immunità parlamentare.La reazione del Parlamento non si fa attendere e si chiedono le dimissioni dei ministri dell'interno e della giustizia, ma soprattutto si apre un'indagine sulla regolarità del certificato di nascita del presidente.Intanto per le strade iniziano a vedersi i Tonton Macoute, ovvero le forze paramilitari creati dal'ex-dittatore Francois Duvalier. I rapporti tra Martelly e la dittatura diventano sempre più espliciti. Poco prima del secondo turno era rientrato in patria, infatti, Jean-Claude Duvalier, figlio di Francois e dittatore d'Haiti fino al 1986. Il neo presidente non nega i rapporti con Duvalier, anzi appare tranquillamente in pubblico in sua presenza e lo va a visitare in casa dove, in teoria, sarebbe agli arresti domiciliari.Il livello di violenza sta crescendo e alla delinquenza comune si somma lo scontro politico.Tutto questo avviene in una situazione di quasi abbandono della popolazione colpita dal terremoto: i campi allestiti sono stati per lo più abbandonati dalle ONG occidentali anche a causa dell'esaurimento dei fondi, non sono stati attuati interventi di ricostruzione e il livello di vita nei campi è bassissimo con un tasso di violenza contro le donne che non si era mai visto.Roberto Codazzi - curatore di "Haiti: l'isola che non c'era"