ilKuda - www.kuda.tk

emergenza: ho scritto questa lettera ai miei amici...


Santiago de los Caballeros, Repubblica Dominicana29 maggio 2006Cari amici, vi scrivo dalla repubblica dominicana dove mi trovo da un mese e mezzo per un’esperienza di volontariato internazionale in relazione al master in sociologia che sto frequentando a Milano. Il mio lavoro qui verte soprattutto intorno a due campi: la certificazione per il commercio equo solidale di un laboratorio di candele e il lavoro comunitario con due gruppi di adolescenti. Le mie attività sono legate ad un’associazione dominicana, Onè Respe (www.onerespe.com) che gestisce due centri di salute e quattro scuole, oltre al laboratorio di cui vi parlavo. Sul sito www.kuda.tk provo a raccontare qualche impressione di questa esperienza. Ora però vi scrivo per raccontarvi una storia che mi preoccupa molto e per la quale vorrei il vostro aiuto. Onè Respe sta cercando di organizzarsi per poter aver una certa indipendenza dai “paesi donanti” e la mia attività qui è orientata proprio a questo. Purtroppo la via dell’indipendenza economica non è semplice e a volte capitano situazioni in cui bisogna intervenire in fretta e con tempismo. Quella che vi racconto è proprio una di queste situazioni. 10 anni fa una ragazzina di 13 anni si sposa con un ragazzo di undici anni più grande e quasi immediatamente iniziano ad avere figli. Il padre praticamente non ha mai sostenuto economicamente la famiglia e la ragazza spesso va a letto senza cena, a volte anche i bambini che adesso sono 4. Ultimamente la situazione degenera spesso in violenza dell’uomo contro la moglie. La situazione non è più sostenibile. La ragazza però inizia a lavorare presso una Zona Franca (spazio ceduto dal governo dominicano a multinazionali) di Santiago e avendo un piccolo guadagno pensa di andarsene da casa. Il suo ragionamento è semplice: “perché sto con questo uomo ? qui non ho nulla se non violenza e fame, il peggio che mi può succedere è non avere nulla stando da sola” e cerca una casetta da affittare per sistemarsi con i 4 figli. La situazione però peggiora quando la Zona Franca viene coinvolta in uno scandalo legato all’ex presidente della repubblica dominicana ed inizia a licenziare il personale. In alcuni settori vengono licenziati addirittura il 95% dei lavoratori. Rimasta senza lavoro e senza casa la madre, per evitare che vada a prostituirsi per pagare l’affitto, le offre di trasferirsi a casa sua, nella cucina che adibiscono a stanza. Nelle foto 1 e foto 2 potete vedere di che stanza si sta parlando…
L’intera casa e fatta di legno recuperato e di lamiera.  Nessuno può pensare di vivere in questa situazione.Con un amico ingegnere che lavora in Onè Respe abbiamo pensato a che tipo di intervento sia possibile fare in così poco spazio (l’abitazione è 2 metri e mezzo per 2) perché sia possibile utilizzare questa cucina sia di giorno che di notte. L’idea è quella di rialzare il tetto e realizzare un piccolo soppalco su cui posizionare il letto per le cinque persone. Per fare ciò però è necessario ricostruire completamente i muri della zona in cui lavoreremo (vedi foto in alto a destra – parete posteriore della casa) altrimenti ci cade tutto in testa. Bisognerà rinforzare le pareti con mattoni e ricostruire parte del tetto (che è pieno di buchi). Per far ciò ci servono soldi. Onè Respe non è in grado, in questo momento, di far fronte a questa spesa. Oltretutto il costo del cemento è aumentato del 80% (OTTANTA per cento!) tra mercoledì e giovedì scorso! (i motivi di questo aumento non sono chiari, sicuramente il fatto che siano passate le elezioni da meno di dieci giorni fa molto pensare, e arrabbiare). Il progetto prevede il rialzamento della parte sopra la porta (foto 4) e che il soppalco occupi anche lo spazio superiore della stanza accanto. Il rialzo del tetto è necessario perché non è possibile dormire con un tetto in lamiera a quaranta centimetri, ti cuoce. 
Con un primo preventivo, calcolando che la maggior parte di manodopera verrebbe offerta gratuitamente dalle persone della comunità stessa, crediamo di aver bisogno di circa 750 euro (sempre che i cambi tra le monete italiana e dominicana non subiscano brusche variazioni). Contiamo tutti nella vostra generosità per poter garantire una situazione meno disastrosa per questa sfortunata famiglia. Per chi volesse partecipare alla raccolta fondi può contattare Serena, mia sorella a Cernusco, e consegnare a mano i soldi che lei mi farà pervenire in tempi brevissimi. Per chi volesse invece effettuare versamenti su un conto bancario (detraibili dalla dichiarazione dei redditi) può farlo sul conto di Dona un Sorriso (www.donaunsorriso.org) che è una ONLUS che collabora da anni con Onè Respe a queste coordinate:conto corrente postale: 38 77 12 34 intestato a Dona un Sorriso – Onlusconto corrente bancario 10 35 89 intestato a Dona un Sorriso - Onlus, presso la Banca Popolare Etica - Milano (ABI 5018 - CAB 1600)nella causale specificare “emergenza Santiago” Bastano 10 euro consegnati a mano a Serena per ridare speranza a questa famiglia. grazie mille per la vostra solidarietà,un abbraccio, Kudakudamadrid@yahoo.it ps: nel momento in cui pubblico questo post qui sta piovendo forte, con lampi e tuoni, e l'acqua entra nell'ufficio dell'associazione Onè Respe...