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Emergency stavolta, secondo me, sbaglia


mi spiace scrivere questo post perchè considero Emergency, e Gino Strada, come un'associazione che ha fatto una scelta coraggiosa: non accettare soldi dallo stato se non vi è la certezza che siano per politiche umanitarie e non per politica estera. Per quanto ne so hanno rifiutato i finanziamenti per gli ospedali afgani del postinvasione. Questa scelta li ha però portati sulla strada del dover vendersi come marchio per recuperare fondi. scelta giustissima e che condivido, ma sempre sull'orlo della caduta, come è stata questa volta. Perchè il cercare fondi può portare anche a scivolare nelle trappole commerciali di qualche astuta azienda.il fatto:ricevo una mail dall'azienda Atar Naive srl e dal lo studio di marketing VGM. La prima è una ditta produttrice di candele a livello industriale, il secondo è uno studio professionale rivolto alle nuove tecnologie HI-TECH per il Marketing & Communication avanzato, dei pubblicitari di professione. Il messaggio è chiaro: si propone l'acquisto della candela Peace "icona di idee e progetti di pace per tutti anche in tema col prossimo NATALE." Segue una breve presentazione di Emergency con frasi ad effetto del tipo "ci perdonerete se eccezionalmente questa volta abbiamo deviato..., sicuri della giusta causa, non si può chiudere gli occhi di fronte a questa tragedia di massa per l'Umanità." Più sotto si legge che ogni candele costa 2.50 euro + IVA (ordine minimo 48 pezzi) di cui 0,50 devoluti a favore di un ospedale di Emergency in Sudan.il commento:la trovata è geniale perchè soddisfa tutti. La ditta piazza le candele a un pubblico che non avrebbe mai raggiunto, lo studio pubblicitario fa il suo lavoro e per questo viene ricompensato, Emergency incassa gli avanzi di questo giro d'affari senza dover colpo ferire. E così il mercato dei potenziali e bene intenzionati acquirenti di candele prodotte nei paesi poveri viene abilmente "raschiato" in questo modo. Esistono però dei problemi anche ammettendo che Emergency certifichi sulla sostenibilità ambientale dell'impianto che produce le candele, sulla regolatità del trattamento riservato ai lavoratori di tale impianto e sulla trasparenza delle transazioni (cosa che non viene detta da nessuna parte).
Sono anni che collaboro, prima dall'italia ed ora dalla Repubblica Dominicana, con un'associaizone che lavora nelle baraccopoli e che sta tentando di costruirsi una piccola autonomia finanziaria basandosi sulla commercializzazione di candele artigianali, anche attraverso i canali del commercio equo e solidale. Chi compra queste candele può star certo che chi le ha fatte sono donne delle comunità più povere della Repubblica Dominicana, che tutti gli utili serviranno per finanziare dei programmi di appoggio a malati di AIDS e di istruzione di base e soprattutto che nessuno specula su queste transazioni.Lo stesso non si può dire delle candele Peace di Emergency dove solo il 20% del prezzo (IVA esclusa) finirà nelle casse dell'associazione. il mio umile consiglio:
se pensate di regalare candele per il prossimo Natale cercatele nelle botteghe del commercio equo e solidale perchè sosterrete economie che possono dare la speranza di vincere la povertà, oltre a mettere in moto circoli virtuosi di autosostentamento. Le catene della povertà si combattono con l'economia, come ha insegnato il premio nobel per la pace Yunus. E se volete ad Emergency fate una donazione gli servirà molto di più che l'acquisto della candela Peace.Le candele prodotte dal laboratorio artigianale di Onè Respe si possono trovare presso le Botteghe della Solidarietà di Milano e Roma e presso la Bottega EticoMondo di Cernusco sul Naviglio (MI)infine la domanda:ma la candela Peace della ditta Atar Naive srl senza il marchio di Emergency sarebbe costata 2,50 o 2,00 euro? io sono sicuro che i 50 centesimi donati all'associazione di Gino Strada li avrebbero scontati dal prezzo, ma sono solo supposizionibeninteso che quello che critico non è un furto, ma lo smascheramento di un'operazione di mercato fatta in nome della solidarietà