Grazie, amici, grazie!Quando mio zio mi ha comunicato la notizia della vostra donazione in occasione di questo Natale, qui, in Repubblica Dominicana, ci siamo rallegrati molto. In dicembre ci siamo messi in testa di costruire un luogo dedicato alle riunione comunitarie (qui per comunità si intende baraccopoli), un luogo al servizio dei gruppi di uomini e donne che si riuniscono per lavorare gratuitamente per migliorare il posto in cui vivono, un luogo dove i giovani potessero sentirsi accolti e trovassero spazio per i propri momenti di riflessione e un posto dove le persone che lavorano con Oné Respe (l’associazione dominicana con cui collaboro – www.onerespe.com) potessero ritrovarsi per programmare e condividere. Questo salone doveva essere costruito per fornire alle baraccopoli in cui lavoriamo un punto di riferimento necessario perché si possano concretizzare i sogni che abbiamo in mente. Con uno sforzo economico Onè Respe decise di farsi carico dei costi di costruzione (circa 2.000 euro) e realizzò la rancheta verso la fine del mese. Qui non si costruiscono case con ingegneri e geometri, però, per quanto ho visto, le strutture resistono. Evidentemente Onè Respe ha pensato però molto in grande chiedendo ai muratori di fare un salone grande come non l’avevano mai fatto prima. Risultato: il tetto risultò troppo pesante per la struttura, per cui, dopo qualche giorno apparve evidente che bisognava togliere la cana (una specie di paglia che si usa per ricoprire le case perché siano più fresche) e rinforzare l’armatura in legno.
Grazie ad un aiuto insperato completato un centro comunitario
Grazie, amici, grazie!Quando mio zio mi ha comunicato la notizia della vostra donazione in occasione di questo Natale, qui, in Repubblica Dominicana, ci siamo rallegrati molto. In dicembre ci siamo messi in testa di costruire un luogo dedicato alle riunione comunitarie (qui per comunità si intende baraccopoli), un luogo al servizio dei gruppi di uomini e donne che si riuniscono per lavorare gratuitamente per migliorare il posto in cui vivono, un luogo dove i giovani potessero sentirsi accolti e trovassero spazio per i propri momenti di riflessione e un posto dove le persone che lavorano con Oné Respe (l’associazione dominicana con cui collaboro – www.onerespe.com) potessero ritrovarsi per programmare e condividere. Questo salone doveva essere costruito per fornire alle baraccopoli in cui lavoriamo un punto di riferimento necessario perché si possano concretizzare i sogni che abbiamo in mente. Con uno sforzo economico Onè Respe decise di farsi carico dei costi di costruzione (circa 2.000 euro) e realizzò la rancheta verso la fine del mese. Qui non si costruiscono case con ingegneri e geometri, però, per quanto ho visto, le strutture resistono. Evidentemente Onè Respe ha pensato però molto in grande chiedendo ai muratori di fare un salone grande come non l’avevano mai fatto prima. Risultato: il tetto risultò troppo pesante per la struttura, per cui, dopo qualche giorno apparve evidente che bisognava togliere la cana (una specie di paglia che si usa per ricoprire le case perché siano più fresche) e rinforzare l’armatura in legno.