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Il Brasile non ne può più del petrolio...


“È necessario prendere coscienza e dire basta. Un paese come gli Stati Uniti, che sono i maggiori contaminatori ambientali del pianeta Terra, che si sono rifiutati di firmare il Protocollo di Kyoto, che dovrebbero utilizzare combustibile pulito, continuano a inquinare”: così il presidente Luiz Ignácio Lula da Silva. “Le loro industrie – ha proseguito Lula parlando ancora degli Stati Uniti – continuano a crescere sempre di più. E noi siamo qui, umilmente, a dire loro: noi non siamo, ancora, tra i primi al mondo per sviluppo economico, ma sul fronte dell’impegno per l’umanità, il Brasile non è secondo a nessuno”. Lula ha sottolineato la necessità di ampliare la produzione di combustibili derivati da fonti rinnovabili, come gli olii vegetali e i grassi animali, per evitare gli effetti del gas serra “che pregiudicano l’umanità” attraverso i cambiamenti climatici e lo scioglimento delle calotte polari. “Il bio-diesel è la nostra grande speranza” ha aggiunto il presidente che già la scorsa settimana, in occasione del Forum economico di Davos aveva lanciato un appello all’aumento degli investimenti stranieri per finanziare progetti energetici sostenibili anche in Centroamerica e in Africa. Attualmente l’80% delle automobili fabbricate in Brasile è dotato della tecnologia “flex”, che consente ai motori di funzionare con gasolio o etanolo (alcol di canna da zucchero) o una combinazione di entrambi; da quest’anno, inoltre, tutto il diesel venduto nelle stazioni di rifornimento dovrà avere una percentuale obbligatoria di almeno il 2% di bio-combustibile che salirà fino al 5% nel 2013.ed in italia è stata istituita per la prima volta la delega alle agroenergie, cioè i combustibili derivati da colza, girasole e soia.questo articolo e' stato ripreso e pubblicato su LiberoBlog