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corruzione e violenza come modello di sviluppo


qualche giorno fa parlavo di come il presidente indigeno della bolivia Evo Morales stesse combattendo la produzione di cocaina nel suo paese attraverso offerte di medicinali e cure mediche ai coltivatori, e solo ieri riportavo le preoccupazioni del presidente operaio del brasile Lula rispetto alle responsabilità ecologiche dei paesi sviluppati, primi tra tutti gli USA. Oggi presentiamo l'altra faccia della medaglia.
L'aumento medio delle temperature registrato negli ultimi 50 anni è dovuto al 90% alle attività umane e in particolare alla combustione di carburanti fossili e all'incremento della concentrazione dei gas serra: lo sostiene la sintesi del IV rapporto scientifico della Commissione intergovernativa sui cambiamenti climatici. Nel rapporto precedente del 2001, la probabilità che l'effetto serra fosse dovuto all'uomo era del 60%. Se questo sembra poco... ma la vera notizia è che l'American Enterprise Institute, un think tank che opera grazie ai finanziamenti del colosso petrolifero ExxonMobil (ESSO, per intenderci) e con stretti collegamenti alla Casa Bianca ha offerto diecimila dollari per ogni studioso disposto a dissentire dalle certezze raggiunte sull'incidenza delle attività umane nell'aumento della temperatura del Pianeta. Corruzione, quindi, da parte di quelli che Greenpeace definisce come "molto più di un semplice think tank, funziona come una Cosa Nostra intellettuale dell'amministrazione Bush, sono i surrogati della Casa Bianca nell'agonia della loro campagna per negare i cambiamenti climatici. Sono stati sconfitti sul piano scientifico e sul piano morale riguardo alla necessità di agire. Tutto quello che gli è rimasto è una valigia piena di contanti". (fonte misna.org e repubblica.it)
Intanto, dall'altra parte del mondo... in Afghanistan è iniziata da pochi giorni la campagna di sradicamento delle coltivazioni di papaveri da oppio nella provincia meridionale di Helmand, e già si contano i primi scontri fra l'esercito afgano e i contadini che si oppongono alla distruzione dei loro campi. L'eradicamento sarà “manuale e meccanico”, vale a dire che i soldati aggrediranno le piantagioni di papavero da oppio a colpi di bastone e poi finiranno il lavoro spianando il campo con i trattori. Il presidente afgano Hamid Karzai ha categoricamente escluso, la scorsa settimana, di poter cedere alle richieste statunitensi di compiere fumigazioni aeree dei campi di papavero, perchè “rischiosa per gli uomini, gli animali e gli altri raccolti”. Distruggerli da terra, però, significa affrontare i contadini. E i contadini, per i quali la coltivazione di oppio rappresenta spesso l'unica forma di sostentamento, non sono esattamente entusiasti. (fonte peacereporter.org) Ricordo che Evo Morales sta combattendo le coltivazioni di cocaina con riunioni con i capi villaggio e proponendo coltivazioni alternative, ma lui è solo un pazzo illusionario, vero?questo mio articolo è stato pubblicato su Blog Magazine