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Jon Sobrino, un altro Teologo della Liberazione allontanato...


La Congregazione per la dottrina della fede (ex Santo Uffizio) ha definito contrarie alla dottrina cattolica due opere di Jon Sobrino, gesuita salvadoregno considerato uno dei padri della teologia della liberazione. I libri sotto accusa sono «Gesù Cristo liberatore - Lettura storico teologica di Gesù di Nazareth» del 1991, e «La fede in Gesù Cristo» del 1999. Si tratta del primo provvedimento del genere della Congregazione dall'elezione di Benedetto XVI.
La decisione di esaminare gli scritti del teologo gesuita, che con Leonardo Boff e padre Casaldaliga è uno dei maggiori esponenti della Teologia della liberazione, è stata presa nel 2001 (quando a dirigere la Congregazione era proprio Ratzinger). Fra le affermazioni di Sobrino giudicate «pericolose» vi quelle che mettono in dubbio punti cruciali della fede, come la divinità di Gesù Cristo, l'incarnazione del Figlio di Dio, la relazione di Gesù con il Regno di Dio, la sua autocoscienza e il valore salvifico della sua morte. Ma cosa dice di tanto scandaloso, davvero, Sobrino?da un intervento sulla rivista Adista: "Intendo per religione, in senso ampio, un modo in cui gli esseri umani, in quanto persone, ma anche in quanto gruppo, si relazionano con ciò che è ultimo, che possiamo chiamare Dio. Questa modalità di relazione ci configura in un determinato modo a partire dal quale possiamo configurare anche la realtà: cambiarla, liberarla, redimerla. La religione non offre ricette né modelli per il cambiamento della realtà. E non offre neppure un successo meccanicamente calcolato, ma spinge a lavorare con radicalità.e ancora
"Il vangelo di Giovanni dice che "il maligno è assassino e bugiardo". La liberazione, "l'altro mondo possibile", avviene in presenza e contro il maligno. (...) Le vittime, e in definitiva solo le vittime, aprono i nostri occhi alla realtà. (...) Le vittime non hanno neanche un nome. L'11 settembre è noto, ma il 7 ottobre no. Il 7 ottobre, un mese dopo l'attentato contro le torri gemelle di New York, una estesa coalizione di Paesi democratici ha bombardato l'Afghanistan. Ma l'Afghanistan, povero, vittima, non ha calendario, non ha nome, non esiste. (...) Le vittime possono essere oggi gli antichi "maestri del sospetto", che non solo denunciano ciò che è chiaramente male, ma suscitano anche il sospetto sul male che può nascondersi dietro al bene o a quello che è apparentemente bene. Alcuni esempi. Smascherano la globalizzazione come ideologia, perché essa vuole offrire un mondo a forma di "globo" (quello che per Platone simbolizzava la perfezione), un mondo omogeneo che, se ancora non è tale, presto lo diventerà. Le vittime mettono in luce che nella globalizzazione ci sono vincitori e vinti. Smascherano anche le democrazie, che si presentano come realtà buone, oltre le quali sembra che non si possa andare. Le vittime rivelano che in realtà le democrazie reali si alimentano di vittime reali. E anche nella teoria fanno sospettare che il demos della democrazia non include le maggioranze povere, e certamente non le pone al centro della società come è nella tradizione religiosa dei profeti e di Gesù."e infine"Le vittime richiedono di tornare ad un concetto a lungo dimenticato: quello di impero. Con la caduta del muro di Berlino rimane una sola superpotenza, gli Stati Uniti, che si autocomprende ed agisce come impero, concepito come "destino manifesto". E ricordiamo cosa diceva Agostino: imperium est magnum latrocinium."Perchè fa tanto paura una Teologia dal basso? che guarda chi è in basso? e che vuole cambiare la società?Leggi anche: impegno diretto (e il vaticano ne combina un'altra)