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Colombia, para militari e politici


La cupola del governo di Alvaro Uribe sta tremando sotto i colpi d'ascia di Salvatore Mancuso, la testa pensante dell'Autodifesa Unita della Colombia, che ieri ha vuotato il sacco sulle collusioni fra uomini di potere e paramilitari. Il primo episodio riferito riguarda il vicepresidente di Uribe, con il quale si sarebbe riunito a El Volador de Tierralta, una vereda della provincia di Cordoba, per discutere del “funzionamento” delle autodifese (illegali) in quell'area. Secondo Mancuso, fu allora che Santos manifestò il “desiderio di replicare il medesimo modello a Bogotá”. Ma oltre a Francisco Santos, Salvatore Mancuso rammenta anche Juan Manuel Santos, ministro della Difesa, che avrebbe partecipato ad almeno due riunioni con lui, sempre nella città di Cordoba. “Durante la chiacchierata, Santos chiese a Castaño se l'allora presidente Ernesto Samper fosse compromesso con il narcotraffico e Castaño gli rispose di sì e che poteva provarlo”. Fu in quel momento che Santos, secondo quanto riferito dal leader paramilitare, propose loro “una sorta di colpo di Stato”, idea che girò nei corridoi del palazzo fino ad arrivare alle orecchie dello stesso Samper, che cominciò a parlare di “cospiratori”. Ma è del generale Rito Alejo del Rio, che qualcuno definisce ironicamente il pacificatore dell'Urabá, che il capo Auc più ha parlato, indicandolo come l'artefice dell'espansione paramilitare in quella regione. Quindi un riferimento all'attuale ambasciatore in Austria ed ex direttore nazionale della Polizia Rosso José Serrano. Secondo il leader Auc, l'ufficiale intervenne affinché lui stesso e l'altro capo paras Jorge 40 venissero liberati dal carcere de La Guajira. “Il paramilitarismo – ha quindi concluso – non era che un politica di Stato”. E ha rimandato ai prossimi giorni altre rivelazioni.Leggi anche il post sui finanziamenti chiquita ai paramilitari colombiani