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altri rimpatri forzati


Sono stati espulsi dalle autorità dominicane circa 300 migranti haitiani dopo l’omicidio di un proprietario agricolo trovato morto in un campo, a Pinta, nella provincia nord-occidentale di Montecristi. La famiglia della vittima accusa del crimine un gruppo di haitiani, che secondo la polizia sarebbero già scappati oltre frontiera. Venerdì scorso, dopo un altro omicidio, quello di un ragazzo di 11 anni, sempre attribuito a un haitiano, gli abitanti di Dajabón avevano incontrato le autorità locali chiedendo il rimpatrio forzato di tutti gli immigrati della zona. Sono centinaia di migliaia gli haitiani e loro discendenti che vivono o vanno a lavorare periodicamente nel paese confinante, in cerca di migliori condizioni di vita o almeno di un impiego in grado di farli sopravvivere. Spesso sono impiegati come lavoratori domestici, operai o braccianti.
Da anni le organizzazioni di tutela dei migranti chiedono ai governi di Port-au-Prince e di Santo Domingo una vera e propria politica per i migranti fondata sul rispetto dei diritti umani, troppo spesso trascurato; denunciano anche una certa ‘ipocrisia’ dal lato dominicano, dove nella pratica la manodopera haitiana a buon mercato viene richiesta dai datori di lavoro, perfino favorita attraverso reti illegali, ma dove è molto difficile per un haitiano ottenere documenti per regolarizzare la loro posizione.