oggi la birmania è già scesa nelle pagine interne dei giornali, nel sito del
corriere è la quinta notizia, su
repubblica è al sesto posto. Quest'ultima, inoltre, riporta una notizia sbagliatissima rilanciando, nel titolo che
i sindacati hanno proclamato uno sciopero generale. Infatti
Peacereporter riferisce: "“Non c’è stato nessuno sciopero generale oggi – dice per telefono un dissidente in costante contatto con i manifestanti a Rangoon e nel resto del paese – era una strategia degli studenti per disperdere le truppe della dittatura, e poter continuare la tattica ‘mordi e fuggi’ che ha caratterizzato gli scontri degli ultimi giorni".E' chiaro che siamo di fronte a una nuova crisi informativa dove la notizia fa scalpore, viene rilanciata e poi abbandonata dopo che per tutto il fine settimana abbiamo visto conduttori televisivi e sportivi esporre i nastri rossi di solidarietà. Guido Rampoldi scriveva giovedì scorso su
repubblica. "Nessuno avrebbe potuto inventare un conflitto più congeniale alla
sensibilità europea della crisi birmana. Una popolazione disarmata che
si ribella ad una dittatura militare, un coraggioso movimento di
liberazione che tiene nel massimo conto i diritti umani, la religione
che ritrova una dimensione politica sana in una laica lotta per la
libertà." e forse ha ragione...Intanto anche google testimonia il calo di interesse basta vedere la curva di ricerca della parola Myanmar in Italia nell'ultimo mese:
eccola.
è evidente che siamo già in fase calante e i birmani che sperano nella democrazia rischiano di trovarsi presto da soli, un'altra volta.